lunedì 12 novembre 2012

GILERA 175 Bicilindrica









Per la verità non avrei voluto scrivere un articolo sulla Gilera 175 Bicilindrica ma un “Ritratto in bianco e nero” su Franco Mancini, un ottimo pilota nostro conterraneo scomparso, purtroppo come troppi, proprio quando la sua carriera stava prendendo la miglior piega possibile.
Tutto è cominciato alla mostra mercato di Sora dove era esposta una Parilla 175 MSDS in condizioni presentabili anche se incompleta;  Mancini era pilota ufficiale Parilla e con una 175 MSDS perse la vita
proprio quando era stato convocato come ufficiale dalla Gilera.

Il materiale disponibile è poco e lacunoso; l’unico a esserne in possesso è il suo meccanico di allora, oggi titolare di una carrozzeria di successo, che però rifiuta ostinatamente di metterlo a disposizione di chicchessia.
Ho potuto visionarlo, mi ha raccontato storia e aneddoti ma di farmi prendere appunti o mettermi a disposizione foto e documenti neanche a parlarne.

Così ho chiesto aiuto all’amico Roberto Cianfarani, memoria motociclistica storica che mi ha promesso di procurarmi qualcosa e per intanto mi ha inviato una copertina di “Moto Storiche e d'Epoca” dove Mancini è ritratto alla guida di una Gilera 175 Bicilindrica in una inusuale livrea bianca.
La bicilindrica, benché avesse terminato la sua carriera agonistica ufficiale, venne riproposta nel 1963 con questo schema di verniciatura per gareggiare nel Campionato della Montagna affidata proprio a Mancini.
Quando si parla di moto si sa da dove si comincia ma non dove si finisce e così eccomi a scrivere della bella macchina di Arcore.
Avevo già avuto modo di ammirarne un esemplare in tutta la sua eleganza a Padova e mi ero ripromesso prima o poi di occuparmene.
Beh, quel momento è arrivato.
Ferruccio Gilera volle la 175 Bicilindrica per contrastare l’egemonia che gli altri costruttori a partire dal 1954 – MV Agusta con la Squalo, Moto Morini con la Settebello e poi con la Rebello, Mondial con la Monoalbero – avevano conquistato in una classe che rappresentava una buona fetta di mercato e dove era necessario ben figurare per promuovere la vendita delle moto di normale produzione.
Le 175 erano più performanti delle economiche 125, per lo più a due tempi, e a loro volta più economiche delle 250 che molto spesso, almeno nella produzione di serie, surclassavano in prestazioni.
Il progetto fu affidato a Franco Passoni che nell’inverno tra il 1956 e il 1957 e ispirandosi alla sua 125 bicilindrica Bialbero “Castigamatti” progettò una autentica grand prix anche se rispettosa dei limiti imposti dal regolamento Formula 2 ovvero: limiti sul diametro dei diffusori dei carburatori, assenza di carenatura ecc.
Bicilindrica, bialbero con distribuzione a cascata di ingranaggi posta in posizione centrale tra i due cilindri, cilindrata di 174,80 cc, cambio a cinque rapporti, ciclistica largamente ispirata alle 125 da Gran premio come il telaio a doppia culla e a trave unico superiore, forcella idraulica telescopica e ammortizzatori idraulici, cerchi a raggi in lega leggera della “moderna” misura di 18”, freni a tamburo centrale a doppia camma in magnesio.
La moto, accreditata di una potenza massima di 23 cv a 11200 giri/min aveva una velocità massima di 170 Km/h. nonostante il peso di 120 Kg.
Per i tentativi di record, dotata di carenatura, la bicilindrica raggiunse i 208 Km/h sui 100 chilometri e sull’ora e i 132 Km/h sul chilometro da fermo.
Passoni, pur ispirandosi alla “Castigamatti”, estrapolò la moto dalla 350 quadricilindrica a cui, in pratica, eliminò i cilindri laterali conservando quelli centrali con le medesime misure di alesaggio e corsa.
La 175 tra l'altro era esente dai problemi di raffreddamento che avevano afflitto la sorellina da 125 cc e per i quali Passoni dovette alettare anche i carter.
La 175 è caratterizzata dal particolare serbatoio “a doppia altezza ma conserva l’eleganza e la leggerezza (seppur leggermente appesantita dai parafanghi) della 125 e della 500.
Le esperienze fatte con la 175 dovevano poi servire allo sviluppo della leggendaria 4C.
Al Giro D’Italia del 1957 la Gilera si presentò con un gran numero di moto ma non riuscì ad andare oltre un quinto posto con Dario Basso mentre la vittoria andò a Remo Venturi con la MV Agusta Bialbero.
A Siena nella seconda prova di campionato Muscio si piazzò secondo dietro la Rebello di Zubani e nella terza e ultima prova, a Bolzano, ancora  Muscio si classificò quarto dietro alla MV di Brambilla e alle Rebello di Zubani e Franceschini.
Alla fine della stagione 1957 la Gilera, insieme a Moto Guzzi e Mondial annunciò il suo ritiro dalle competizioni e la nostra 175 insieme a tutte le sue sorelle da competizone finì sul "palchettone", un magazzino poi diventato museo.
Il ritiro dalle competizioni riguardava però solo le gare in circuito e così nel 1963 la Bicilindrica, insieme alle 500 4C,  fu riesumata e affidata proprio a Franco Mancini con questa moto vinse due delle prove a cui partecipò.La 175 Bicilindrica è oggi un ricercato pezzo da collezione.














Nelle foto:
La copertina della rivista Moto Storiche e d'epoca
La 175 Bicilindrica
Franco Mancini su MV Agusta 125 Bialbero
Franco Mancini su Parilla 175 MSDS
Confronto tra la 175 di Mancini e la 175 in configurazione originale
La 175 Bicilindrica a Padova 2010
Franco Passoni, Roberto Patrignani e il otore della 175 Bicilindrica
Particolari del motore della moto