domenica 2 dicembre 2007

MOTO DA CORSA - MOTO GUZZI 750S Prima parte

L’incontro con Orlando Fusco ha avuto una coda estremamente piacevole, la possibilità di ammirare una splendida Guzzi 750S del 1971 preparata per correre nella classe Open.
Credo che ormai la mia passione per le moto classiche non sia piu’ un segreto per chi ha avuto la pazienza di leggermi.
Tra le quattro cilindri Honda, i Kawa 2 tempi, i bicilindrici siano essi a L, boxer o frontemarcia il V trasversale di Mandello occupa un posto speciale nel mio cuore.
Credo che la V7 Sport e le sue dirette discendenti - 750S e Le Mans - siano state le moto sportive per eccellenza degli anni ‘70 e ’80 e che conservino ancora intatto tutto il loro fascino.
Basse, filanti e possenti trasmettevano una sensazione di potenza compressa e di solidità a tutta prova.
Una volta in sella la sensazione si trasformava in realtà; il telaio di Tonti teneva la moto in strada come se fosse su binari e il motore aveva un tiro inesauribile.
Fantastica la sensazione che ho provato la prima volta in sella a una V7 Sport a sentire il motore entrare in coppia a meno di duemila giri e mantenerla fino alla soglia dei settemila.
Figuratevi se mi lasciavo scappare l’occasione di fare qualche scatto e scambiare quattro chiacchiere con il suo preparatore, Daniele.
La linea non è stata stravolta, il bel serbatoio originale sta benissimo anche in questa elaborazione corsaiola, il codone monoposto e il cupolino in resina si amalgamano perfettamente.
Ad emozionare è comunque la verniciatura verde legnano abbinata al telaio rosso.
Riuscite ad immaginare una colorazione più appropriata per una Guzzi sportiva?
La ciclistica vanta pezzi di assoluto pregio, il telaio è di un Le Mans I in tubi al Cr/Mo, la forcella Ceriani GP da 38 mm con foderi in magnesio completamente regolabile, i cerchi Tecnomagnesio da 18”, gli ammortizzatori Koni regolabili, i dischi Brembo da 300 mm accoppiati a pinze sempre Brembo a due pistoncini contrapposti.
Il motore, spogliato di tutto ciò che non serve per correre ha ricevuto una cura ipervitaminica:
Cilindrata portata a 1000 cc, 92 mm e 78 mm i valori di alesaggio e corsa.
Pistoni Wiseco a due segmenti.
Valvole da 50 mm e 43 mm
rispettivamente per aspirazione e scarico.
Terna di distribuzione in ergal.
Cammes Megacycle.
Volano alleggerito,
Albero motore alleggerito e equilibrato.
Condotti di aspirazione e scarico raccordati e lucidati.
Circuito dell’olio modificato.
Accensione elettronica Dyna.
Cambio racing a denti dritti.
Carburatori Dell’Orto PHL da 41.
Collettori di scarico e terminali realizzati da Galassetti su specifiche del preparatore.
Pedane, piastre e vasca raccogliolio artigianali in alluminio.
Non sono ancora disponibili valori di potenza e coppia in quanto la moto è stata appena terminata ma vi lascio immaginare.
Ma a colpire è soprattutto la cura maniacale usata per assemblare il tutto tipica di chi ama veramente il proprio lavoro.
Come non notare i paracilindri e la foratura effettuata sulla scatola del cardano, sulla leva del freno posteriore e sul rinvio del cambio?
Bravo davvero.

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