mercoledì 8 giugno 2011

Ducati F1 Fusco Team

Ricordate che avevo dato a Orlando Fusco la telecamerina per fare le riprese a Cartagena in occasione dell’Endurance classiche?

Beh, l’altro giorno ricevo una telefonata da Orlando che mi informa che non ha avuto il tempo per fare le riprese perché durante la trasferta spagnola hanno avuto qualche contrattempo e sono stati impegnati con le moto.
All’inizio sembrava che tutto andasse storto e invece dopo aver penato per fare di due moto una hanno vinto la classe Open davanti alle Guzzi e alle Kawasaki quadricilindriche bialbero.

Foto tratta dal sito Animaguzzista

Foto tratta dal sito Animaguzzista












In pratica il Pantah di Orlando ha rotto il carter dopo mezzora di prove e l’altra moto del team, una Ducati 750 F1, ha avuto problemi alla trasmissione e alle sospensioni.
In più gli altri componenti del Team avevano dimenticato sull’aereo un radiatore dell’olio maggiorato e Orlando aveva dimenticato a casa la casetta con i pignoni, le corone, le catene e una serie di attrezzi indispensabili.
Il Pantah era stato portato al limite massimo di cilindrata pari a 982 cc con modifiche vietate in Italia ma permesse in Spagna e ha avuto il cedimento strutturale del carter tra i supporti dei prigionieri del cilindro verticale e il cuscinetto dell’albero motore sul lato sinistro.
Orlando attribuisce il cedimento alle bielle corte e ai pistoni con il mantello troppo lungo che hanno creato sforzi laterali sul cilindro.
La lezione servirà per il prossimo anno perché per le gare italiane la cilindrata tornerà a 854 cc.
Recuperati fortunosamente le componenti necessarie, tra cui una coppia di dischi da 300 mm Guzzi, la corsa è stata disputata e vinta con la F1.































La F1 è stata portata momentaneamente nell’officina di Orlando in attesa di tornare in quel di Riccione.
La moto è stata realizzata senza alcun risparmio sulle componenti.
Sul motore sono tutti molto abbottonati ma si sussurra di una cilindrata poco sotto i 1000 cc e una potenza alla ruota superiore ai 90 Cv; non male rispetto ai 70 all’albero della F1 in configurazione standard.
Novanta cavalli alla ruota significano circa 95 all’albero e quindi l’incremento di potenza è di poco inferiore al 40%.
Scenografico il sistema di scarico basso realizzato su specifica da uno specialista duetempista.
Le saldature a TIG sono precise e molto ben fatte.
I carburatori sono i soliti Dell’Orto da 40 mm a mio avviso rialesati a 41.5mm.


La ciclistica parla da sola: Forcelle Italia da 38 mm all’anteriore con dischi da 300mm e pinze Serie oro, forcellone in alluminio realizzato su specifica e mono Ohlins.
Pompe freno e frizione ancora Brembo Serie Oro, serbatoio in vetroresina e carena in materiale composito.
La F1, cosa non da poco per un mezzo da competizione, non è stata stravolta e risulta immediatamente riconoscibile.

Il vero colpo al cuore sono stati i due fari esterni Carello.
I fari sono stati dotati sia per il fissaggio meccanico che per le connessioni elettriche di ingegnosi attacchi rapidi.
Decisamente un bell’oggetto realizzato con cura, assolutamente efficiente e altamente competitivo.


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