mercoledì 25 gennaio 2012

Ducati Pantah 854 by Rocco Belli

La Ciociaria è terra di motociclisti, non so per quale motivo ma la passione per le moto veloci qui attecchisce e produce non solo piloti ma anche degli ottimi preparatori.
Gente come Giuseppe Battisti, Parravano, Ugo Passari, Orlando Fusco, D’Alesio e Rocco Belli preparano, specialmente per le gare del Gruppo 5, moto che oltre ad essere belle da vedere vanno forte davvero.
Ho già scritto qualcosa, ad esempio, sulla Ducati Mark 3 con testata bialbero e trasmissione a cinghia dall’ingombro in altezza davvero limitato realizzata da Belli.

Sono capitato nella sua officina qualche giorno fa e ho avuto modo di ammirare le sue Ducati Pantah preparate per l’Endurance Moto Classiche; una in versione 2011 e una pronta per il campionato 2012.



Ah, per inciso, nell’officina era in via di restauro e preparazione un pezzo di storia motociclistica come la Matchless G45 della quale però parlerò un’altra volta.
La base di partenza per la realizzazione delle Ducati è il Pantah, una moto che come tutti sanno fu progettata dall’Ingegner Taglioni - largamente ispirata alla 500 GP realizzata nel 1973 da Armaroli - e che segnò la svolta epocale in casa Ducati dal telaio a doppia culla e la distribuzione a coppie coniche al telaio a traliccio e la distribuzione a cinghia dentata.
Le moto hanno subito un aumento di cilindrata fino a 854 cc e cioè il limite fisico massimo consentito dal propulsore senza infrangere il regolamento.
A dir la verità qualcuno ha provato a barare montando cilindri e imbiellaggi del Monster 900 portando la cilindrata oltre i 1000 cc, ma le moto così equipaggiate acquisiscono una sonorità completamente diversa e quindi sono facilmente riconoscibili.
Anche le moto di Belli montano teste di derivazione Monster e infatti su quella del cilindro verticale si notano le saldature necessarie a invertire l’aspirazione con lo scarico e viceversa ma non sono state apportate modifiche all’albero motore e comunque tutto rientra nei limiti del regolamento.


La moto 2011 monta la forcella originale, ovviamente rivista nelle molle e nell’idraulica, e una coppia di Koni al posteriore, mentre la versione 2012 è dotata di una forcella Marzocchi di derivazione Laverda mentre la sospensione posteriore è stata modificata in monoammortizzatore con l’aggiunta di una capriata superiore e di un pregiato mono Ohlins.



La versione 2011 è dotata di accensione esterna mentre la versione 2012 conserva quella originale.


Entrambe le moto sono alimentate da carburatori Dell’Orto PHM da 40 mm rialesati a 41 mm e sono dotate di uno scarico 2 in1 artigianale a passaggio basso con tromboncino aperto dotato di un piccolo controcono per evitare la "megafonite".


Come al solito Rocco non si è sbottonato affatto sugli interventi sulla meccanica ma mi ha raccontato che le sue Ducati hanno superato in rettilineo le Moto Guzzi il cui limite di cilindrata, da regolamento, è di 1200 cc.
Io gli credo.