mercoledì 1 agosto 2012

31 LUGLIO 2012. MEMORIAL MAURIZIO PANICONI AD ARPINO


Il 31 Luglio 1977 durante la cronoscalata Isola del Liri – Arpino  la Benelli 250 di Maurizio Paniconi piombava sul pubblico assiepato uccidendo un giovanissimo spettatore e ferendo gravemente suo padre.
Anche il pilota perdeva la vita nell’incidente.
Per ricordare l’evento e per rievocare la storica corsa in salita l’appassionato collezionista, nonché memoria storica della corsa, Roberto Cianfarani ha organizzato nella bellissima piazza di Arpino una mostra video fotografica dedicata.
Ovviamente erano esposti i pezzi pregiati della collezione di Roberto, tra l’altro è uno dei membri più attivi del forum 50ini d’epoca, più qualche altro pregevole pezzo come la Yamaha Bimota di Parravano e la Motobi 175 del frusinate Franco Frasca – per la verità piuttosto malmessa – che qui ha corso e vinto. 
Molto ben rappresentate le piccole cilindrate con esemplari racing di Minarelli, Derbi e Malanca.
Stupende la Bimota HD 250 e la Kawasaki 900 con telaio misto tubi – “lamelle di alluminio” opera dello specialista Segale ( gli spagnoli della Sbay Motors con i loro tanto sbandierati telai “lamellari” delle New Jerry e Flying non si sono inventati niente).

Non mancavano un paio di curatissime Honda 500 Four messe giù da pista.
Era esposta anche la Benelli di Paniconi che Roberto ha recuperato e restaurato.
La mostra fotografica è stato il compendio dei decenni di storia della Isola del Liri – Arpino con i volti dei piloti, delle moto, le classifiche e materiale d’epoca.
Erano presenti alcuni dei vecchi piloti ed è stato divertente starli ad ascoltare mentre si riconoscevano e commentavano moto, curve e amici assenti per impegni o “per causa di forza maggiore”.
Ha chiuso la manifestazione la proiezione di inediti e gustosissimi filmati d’epoca.
Una sorta di “come eravamo” che, per chi come me ha raggiunto da un po’ la mezza età, ha il gusto dolce-amaro della nostalgia.
Nostalgia e non rimpianto; in fondo noi l’epoca favolosa del sesso sicuro e delle moto pericolose l’abbiamo vissuta  e fortunatamente superata.


Si può senza dubbio parlare di successo sia per la qualità del materiale esposto sia per la tipologia di pubblico composta quasi esclusivamente da addetti e appassionati.
Un successo dovuto alla genuina passione di Roberto e dei suoi figli che hanno pagato tutto di tasca loro senza l’ausilio di alcuno sponsor.