Il 31 Luglio 1977 durante la cronoscalata Isola del
Liri – Arpino la Benelli 250 di Maurizio
Paniconi piombava sul pubblico assiepato uccidendo un giovanissimo spettatore e
ferendo gravemente suo padre.
Anche il pilota perdeva la vita nell’incidente.
Per ricordare l’evento e per rievocare la storica
corsa in salita l’appassionato collezionista, nonché memoria storica della
corsa, Roberto Cianfarani ha organizzato nella bellissima piazza di Arpino una
mostra video fotografica dedicata.
Ovviamente erano esposti i pezzi pregiati della collezione di Roberto, tra l’altro è uno dei membri più attivi del forum 50ini d’epoca, più qualche altro pregevole pezzo come la Yamaha Bimota di Parravano e la Motobi 175 del frusinate Franco Frasca – per la verità piuttosto malmessa – che qui ha corso e vinto.
Ovviamente erano esposti i pezzi pregiati della collezione di Roberto, tra l’altro è uno dei membri più attivi del forum 50ini d’epoca, più qualche altro pregevole pezzo come la Yamaha Bimota di Parravano e la Motobi 175 del frusinate Franco Frasca – per la verità piuttosto malmessa – che qui ha corso e vinto.
Molto ben rappresentate le piccole cilindrate con
esemplari racing di Minarelli, Derbi e Malanca.
Stupende la Bimota HD 250 e la Kawasaki 900 con
telaio misto tubi – “lamelle di alluminio” opera dello specialista Segale ( gli
spagnoli della Sbay Motors con i loro tanto sbandierati telai “lamellari” delle
New Jerry e Flying non si sono inventati niente).
Non mancavano un paio di curatissime Honda 500
Four messe giù da pista.
Era esposta anche la Benelli di Paniconi che
Roberto ha recuperato e restaurato.
La mostra fotografica è stato il compendio dei
decenni di storia della Isola del Liri – Arpino con i volti dei piloti, delle
moto, le classifiche e materiale d’epoca.
Erano presenti alcuni dei vecchi piloti ed è stato
divertente starli ad ascoltare mentre si riconoscevano e commentavano moto,
curve e amici assenti per impegni o “per causa di forza maggiore”.
Ha chiuso la manifestazione la proiezione di inediti
e gustosissimi filmati d’epoca.
Una sorta di “come eravamo” che, per chi come me
ha raggiunto da un po’ la mezza età, ha il gusto dolce-amaro della nostalgia.
Nostalgia e non rimpianto; in fondo noi l’epoca favolosa
del sesso sicuro e delle moto pericolose l’abbiamo vissuta e fortunatamente superata.
Si può senza dubbio parlare di successo sia per la
qualità del materiale esposto sia per la tipologia di pubblico composta quasi esclusivamente
da addetti e appassionati.
Un successo dovuto alla genuina passione di
Roberto e dei suoi figli che hanno pagato tutto di tasca loro senza l’ausilio
di alcuno sponsor.