La Honda Goldwing 1500 è l’esatto contrario delle moto che mi piacciono.
Prodotta dal 1991 al 2002; sei cilindri boxer, 100 Hp e coppia da rimorchiatore ( 145 N/m a 4000 giri), 200 km/h, retromarcia, impianto stereo a 4 altoparlanti, 372 kg a secco – in pratica quanto due sportive da 1000 cc - e tanti di quei gadget da non poter essere elencati.
Si può immaginare quanto possa essere piacevole portarla su una strada di montagna o tirarla su con un colpo di reni per una manovra di emergenza.
Per me, assertore convinto del motto: “tutto quello che non c’è non pesa, non costa e non si rompe”, è automatico guardare una moto e spogliarla con la mente.
Sono un motociclista vizioso, mi piacciono nude.
Al massimo una guepiere … pardon, un piccolo cupolino.
Stavolta è diverso.
Questa Goldwing non è stata trasformata in “trike” per vezzo o per moda.
Il proprietario ha subito l’amputazione di un arto e piuttosto che disfarsi della moto l’ha trasformata nell’oggetto che vedete.
E’ la prova del legame che si stabilisce con il tempo con la propria moto.
Mi è stato consegnato un elenco di parti speciali lungo due pagine.
Le cromature non si contano e vanno dalle coperture degli altoparlanti, al frontale, alle leve, ai cerchi ecc.
L’impianto stereo è stato modificato per consentire l’ascolto degli MP3.
Non mancano i giochi di luce come i “ring of fire” ovvero i led multicolori rotativi al cerchio e altri gadget luminosi sparsi un po’ dappertutto.
C’è il cambio elettronico (nel caso assolutamente indispensabile ).
Personalmente stilerei un elenco di cose da togliere più lungo di quello delle parti speciali aggiunte dal proprietario.
Però siamo tutti motociclisti.
Tutti diversi, tutti con un proprio ideale di moto, tutti con proprio modo di vivere la passione comune.
E anche se ora la Goldwing ha tre ruote non mancherà mai, almeno da parte mia, un lampeggio di saluto.