La definizione fu coniata in Inghilterra e definiva le moto dei “ton up boys” – Ragazzi da oltre 100 miglia orarie – che si riunivano sul piazzale dell’Ace Cafè e poi andavano a sfidarsi sulla North Circular di Londra o sulla strada per Brighton.
Si trattava di moto di serie alleggerite quanto più possibile e elaborate al massimo.
Complice la tollerante legislazione britannica si costruirono spesso degli strani ibridi tipo Triton, Norbsa, Norvin ecc.
Ricetta semplice e gustosa: per lo più si recuperava un telaio Featherbed e lo si motorizzava con i bicilindrici Triumph, BSA o Vincent; una forcella Roadholder, una coppia di Girling, un serbatoio affilato e possibilmente in alluminio, una sella con lo gnocco e poco altro per moto quanto più svelte e leggere possibile.
Col passare del tempo “Cafè Racer” ha definito un modo preciso di intendere e vivere la moto.
La moto vissuta in modo fisico, costruita e pensata per il piacere della guida, per le traiettorie pennellate, per la bella piega, per la ricerca del proprio limite e di quello del mezzo senza alcun interesse per la prestazione pura.
Le Moto Guzzi “Tonti Frame” hanno tutte le caratteristiche per essere trasformate in delle cafè racer con tutte le carte in regola: un bel telaio, un motorone bicilindrico raffreddato ad aria e una lunga tradizione sportiva alle spalle.
E’ stato mandata in pensione la ingombrante carenaturona turistica; stesso trattamento per serbatoio, fianchetti, faro, fanalino, frecce, specchietti, serbatoio, sella, parafanghi, pedane, tachimetro e silenziatori originali.
Il serbatoio è stato sostituito da quello bellissimo delle V7 Sport e delle prime due serie del Le Mans, stessa provenienza anche per i fianchetti, il parafango anteriore è l’originale drasticamente ridotto ai minimi termini mentre il parafango posteriore è mutuato da una qualche custom.
La sella rigorosamente monoposto è evidentemente auto costruita.
Gli scarichi sono quelli da competizione di Stucchi con i collettori fasciati per evitare il raffreddamento dei gas di scarico e la conseguente riduzione della velocità di evacuazione.
Il tachimetro è stato eliminato in quanto l’unico parametro necessario è il numero dei giri.
Non c’è traccia di specchietti che sono assolutamente inutili; quando si sta davanti e non c’è pericolo che qualcuno possa sorpassare quegli oggetti sono superflui.
La colorazione è quella celeste/arancio dei mezzi da competizione sponsorizzati qualche decennio fa dalla Gulf.
Di seguito inserisco le immagini di alcune delle cafè racer più classiche pescate nel web.
CAFE' RACER o RENN KAFFEE? Anche in tedesco la ricetta è buona |
カフェレーサー Questo dovrebbe essere la traduzione di Cafè racer in giapponese. Preferisco SAKE' RACER |
NORBSA - Norton + BSA |
Norton Atlas caferizzata |
NORVIN - Norton + Vincent |
TRIBSA - Triumph + BSA |
TRITON - Triumph + Norton |
La Moderna Bonneville 800 caferizzata da Mecatwin |