Beh, l’altro giorno ricevo una telefonata da Orlando che mi informa che non ha avuto il tempo per fare le riprese perché durante la trasferta spagnola hanno avuto qualche contrattempo e sono stati impegnati con le moto.
All’inizio sembrava che tutto andasse storto e invece dopo aver penato per fare di due moto una hanno vinto la classe Open davanti alle Guzzi e alle Kawasaki quadricilindriche bialbero.
Foto tratta dal sito Animaguzzista |
Foto tratta dal sito Animaguzzista |
In pratica il Pantah di Orlando ha rotto il carter dopo mezzora di prove e l’altra moto del team, una Ducati 750 F1, ha avuto problemi alla trasmissione e alle sospensioni.
In più gli altri componenti del Team avevano dimenticato sull’aereo un radiatore dell’olio maggiorato e Orlando aveva dimenticato a casa la casetta con i pignoni, le corone, le catene e una serie di attrezzi indispensabili.
Il Pantah era stato portato al limite massimo di cilindrata pari a 982 cc con modifiche vietate in Italia ma permesse in Spagna e ha avuto il cedimento strutturale del carter tra i supporti dei prigionieri del cilindro verticale e il cuscinetto dell’albero motore sul lato sinistro.
Orlando attribuisce il cedimento alle bielle corte e ai pistoni con il mantello troppo lungo che hanno creato sforzi laterali sul cilindro.La lezione servirà per il prossimo anno perché per le gare italiane la cilindrata tornerà a 854 cc.
Recuperati fortunosamente le componenti necessarie, tra cui una coppia di dischi da 300 mm Guzzi, la corsa è stata disputata e vinta con la F1.
La F1 è stata portata momentaneamente nell’officina di Orlando in attesa di tornare in quel di Riccione.
La moto è stata realizzata senza alcun risparmio sulle componenti.
Sul motore sono tutti molto abbottonati ma si sussurra di una cilindrata poco sotto i 1000 cc e una potenza alla ruota superiore ai 90 Cv; non male rispetto ai 70 all’albero della F1 in configurazione standard.
Novanta cavalli alla ruota significano circa 95 all’albero e quindi l’incremento di potenza è di poco inferiore al 40%.
Scenografico il sistema di scarico basso realizzato su specifica da uno specialista duetempista.
Le saldature a TIG sono precise e molto ben fatte.I carburatori sono i soliti Dell’Orto da 40 mm a mio avviso rialesati a 41.5mm.
La ciclistica parla da sola: Forcelle Italia da 38 mm all’anteriore con dischi da 300mm e pinze Serie oro, forcellone in alluminio realizzato su specifica e mono Ohlins.
Pompe freno e frizione ancora Brembo Serie Oro, serbatoio in vetroresina e carena in materiale composito.
La F1, cosa non da poco per un mezzo da competizione, non è stata stravolta e risulta immediatamente riconoscibile.
Il vero colpo al cuore sono stati i due fari esterni Carello.
I fari sono stati dotati sia per il fissaggio meccanico che per le connessioni elettriche di ingegnosi attacchi rapidi.
Decisamente un bell’oggetto realizzato con cura, assolutamente efficiente e altamente competitivo.