21 Giugno 2009
Incredibile, piove a tratti anche questa domenica.
Giove Pluvio ha deciso che le moto e i motociclisti non gli piacciono.
Quanti buoi dovremo sacrificare affinchè qualche Dea avvenente e di buona volontà intervenga e lo "occupi" nei week end?
Sono aperte le sottoscrizioni per l'acquisto dei bovini.
In ogni caso la corsetta verso il Gran Sasso è saltata.
Trotterello senza una meta precisa per statali e provinciali con la moto al minimo e il morale sotto i tacchi.
I motociclisti che incontro vanno quasi tutti nella stessa direzione, li seguo.
Ah, ecco...c'è un motoraduno.
Barbaroscia Motoclub.
Mai sentito.
Però l'organizzazione è buona, i motociclisti sono intervenuti in buon numero: circa trecento.
Non male per un Motoclub di provincia. Motoclub più famosi reputano un successo radunarne un terzo.
Entro anch'io nel "corral".
Atmosfera distesa, moto di tutti i tipi e di tutte le cilindrate...birra e chiacchiere.
C'è un ragazzone dalla faccia allegra e pulita che si diverte a bruciare le gomme di un CBR tutto rattoppato ma dall'aria terribilmente efficace.
Lo vedrò in seguito fare il funambolo con la stessa moto e le stesse gomme.
Un tipo da tenere d'occhio.
Tante moto ma solo qualcuna veramente interessante, un Morini 175 Tresette dei primi anni '60 (raro da queste parti), un Pantah in condizioni da concorso, una Harley "low rider" nera dall'aspetto post atomico, un "trike" dalla motorizzazione sconosciuta, un raro Ducati Indiana (anche Ducati ha avuto la sua parentesi custom ), un CBR giallo dall'aria di chi va spesso per cordoli, un truce e grezzo GSX-R denudato e con mascherina Acerbis Alien.
La migliore credo sia una Suzuki GSX-F messa giù da sparo: desnuda, codone Gixer, avantreno abbassato e retrotreno rialzato, scarico fuori ordinanza e aspetto complessivamente cattivo.
Il vecchio inline four Suzuki a aria e olio con la sua alettatura fitta fitta è ancora un bel pezzo di meccanica.
Scopro poi che il proprietario è un amico di mio figlio.
Forse dovrei controllare più attentamente le attività del "pargolo" piuttosto che andarmene in giro a bighellonare in motoretta.
A cosa diavolo gli servirà il nuovo integrale che si è fatto regalare per i diciotto anni?
La moto non è ancora finita, magari quando lo sarà varrà la pena di esaminarla più a fondo.
Poi si parte per il giro turistico, il serpentone di moto è davvero impressionante.
Il frastuono anche...una sinfonia in crescendo.
Trecento moto che sgasano e tuonano da scarichi per la maggior parte difficilmente omologabili mandano in risonanza la cassa toracica e danno una idea delle trombe di Armageddon. Mi unisco per un pezzo, poi devo lasciarli a malincuore.
Non era previsto e non sono attrezzato ma l'anno prossimo ci sarò.
CHI SONO
Sono malato di moto.
Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.
Qualcosa su cafè sport
Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.
Qualcosa su cafè sport