CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



martedì 7 febbraio 2012

Niente moto stasera. Qualcosa sul Ministro Cancellieri e le sue esternazioni

Di solito scrivo di moto ma stavolta voglio parlare d’altro: della Ministro Anna Maria Cancellieri e delle sue esternazioni.
Mi sento anche io in diritto di dire la mia in un’epoca in cui troppi aprono la bocca per dire, troppo spesso a sproposito, la loro.
Ovviamente mettendoci la faccia oltre che il nome e il cognome.
La Signora Ministro ha affermato, facendo seguito alle dichiarazioni della sua collega Elsa Fornero, che i giovani italiani cercano il posto fisso e possibilmente vicino a mamma e papà.
La Signora Ministro dimentica – o molto più probabilmente finge di dimenticare - che in Italia la famiglia ha sopperito in maniera assolutamente encomiabile a quanto avrebbe dovuto essere a carico dello Stato, comportandosi come una società di mutuo soccorso.
Ciò premesso, mi sono preso la briga di sfogliare il dizionario italiano per cercare una definizione non opinabile del termine “Welfare”.
Cito.
Welfare: Sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili.
Indispensabili sono le strutture accessibili a prezzi accettabili per le giovani coppie con figli che lavorano e la cui assenza costringe troppo spesso le donne a scegliere tra carriera e maternità.
Indispensabili per la sopravvivenza e per la dignità sono livelli pensionistici accettabili.
Indispensabile è l’accesso a cure mediche gratuite ed efficienti.
Indispensabile è l’assistenza domiciliare agli anziani.
Indispensabile è la possibilità per tutti di costruirsi un futuro.
Indispensabile è la possibilità di ricollocarsi velocemente e a qualsiasi età quando si perde il posto di lavoro.
Indispensabile è garantire che nessuno  speculi e si approfitti delle difficoltà della gente: banche, assicurazioni, società petrolifere, luminari della medicina con il doppio lavoro, industriali senza ingegno, giornali senza lettori, enti di bonifica senza agricoltori, faccendieri senza dignità, esattori senza pietà.
Potrei continuare a lungo ma credo di aver compiutamente spiegato la “necessità” per i figli di avere vicino Mamma e Papà e viceversa.
La Signora Ministro non deve dimenticare che viviamo un periodo di democrazia sospesa governato da un “comitato d’emergenza” capeggiato da Mario Monti  – cito Piero Sansonetti con le cui tesi, pur partendo da posizioni politiche diametralmente opposte, sono quasi sempre concorde  – i cui componenti non sono stati eletti dal Popolo Sovrano e ai quali non si chiede altro che di fare il proprio lavoro senza spettacolarizzazioni e esternazioni non richieste e non dovute.
Ammesso e non concesso che un governo espresso e sostenuto dalla nomenklatura sia in grado di intervenire sulla nomenklatura.
Voglio pensare a pure coincidenze quando dopo l’appoggio al governo Monti inaspettatamente si accoglie l’ammissibilità della ricusazione dei giudici del processo Mills e che di colpo il caso Ruby e l’Olgettina siano diventate inchieste di secondo ordine; che il segretario di un partito in piena crisi di leadership trovi il tempo di riorganizzare le fila; che spariscano ventisei miliardi di lire (più d’effetto che tredici milioni di euro) e nessuno sospetti neppure per un attimo che il Capo ne fosse a conoscenza; che nessuno abbia curiosità per come viene gestito il patrimonio immobiliare del vecchio MSI valutato oltre un miliardo di euro; che nessuno trovi niente da ridire sul fatto che il suocero del leader di uno dei partitini d’appoggio sia appena uscito dalla vicepresidenza di Montepaschi per entrare in Unicredit, che sia proprietario di testate come Il Messaggero e Il Mattino e che sia stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per insider trading e ostacolo alle funzioni di vigilanza nel processo sulla tentata scalata di Unipol alla Banca Nazionale del lavoro; che di botto sia calato il silenzio sul “Sitema Sesto”.
Pure coincidenze, per carità.
Ci tengo alla salvezza della mia anima e voglio evitare il “pensar male” di andreottiana memoria.
Forse il tempo che la Signora Ministro e i suoi colleghi di governo usano per le conferenze stampa e le comparsate in tivù potrebbe essere impiegato in maniera più efficace come censire e eliminare gli enti inutili e costosi, trovare un modo efficace per recuperare i soldi della malavita, individuare e punire gli impiegati pubblici negligenti, eliminare o ridurre i privilegi della “casta”, costringere la culona tedesca a iscrivere a bilancio i debiti della sua cassa depositi e prestiti e tanto altro.
Ah, per inciso va detto che la Cancellieri, che il posto fisso lo ha, è nata nel 1943 e si è laureata in scienze politiche nel 1972, all’età di 29 anni.
Abbia pazienza Signora Ministro, ma questo la fa iscrivere con tutti i diritti alla categoria degli “sfigati”.