Una domenica con il tempo così così e ancora troppo fresca per un giro in moto.
La VFR mi è mancata ieri, una stupenda giornata di sole di quelle che solo la costiera amalfitana sa regalare con moto di tutti i tipi e tutte le cilindrate che sfrecciavano da tutte le parti.
Sembrava che tutti i motociclisti campani si fossero dati appuntamento per le prime sgasate della stagione.
Anche se in ottima compagnia ero in auto e confesso una punta di invidia per i centauri che si godevano le curve e il sole.
Sul lungomare di Maiori erano parcheggiate almeno un centinaio di motociclette.
Vabbè, non mancherà occasione.
Oggi purtroppo non è ieri e quindi mi accontenterò di fare una capatina alla Mostra scambio di Sora.
Confesso che non avevo una gran voglia di andarci; l’ultima volta era una parata di ferrivecchi, i soliti banchi di “ciapa ciapa” e la solita infinità di stand dedicati alle Vespa e alle 500 Fiat.
Però sono in cerca di un manubrietto sport con i manettini per l’aria e l’anticipo per la Parilla e quindi pago malvolentieri i sette euro del biglietto d’ingresso.
Appena entrato incontro la moto più brutta e la moto più bella della mostra: una Ducati 250 veramente malconcia e una splendida Triumph Sport 350.
Il proprietario della Ducati dice di aver corso nel gruppo 5 e di avere tutte le fiches; sarà.
Io non mi azzarderei nemmeno a farci il giro dell’isolato.
La Triumph 350 Sport invece è, per il mio personalissimo gusto, bellissima.
Non è conservata benissimo ma è funzionante.
Lo scarico sdoppiato rialzato, i condotti dell’olio a vista con i rubinetti d’ottone, la forcella a quadrilatero deformabile, i terminali con i parafiamma sono uno spettacolo.
Magari non è un pezzo raro – non ho le competenze per una valutazione storica e economica – ma il rapporto uomo/moto è soprattutto empatico e tra me e la Triumph quel feeling si è stabilito.
Rinuncio anche a conoscere la richiesta economica, con due figli universitari fuori sede e con i tempi che corrono non posso permettermi il minimo sgarro e non voglio nemmeno essere tentato.
Devo confessare che il livello qualitativo dei pezzi esposti è nettamente superiore a quello dell’ultima edizione.
Manca il pezzo da KO ma ormai quelli ormai sono privilegio soltanto dei musei e delle grandi collezioni private.
Scarsamente rappresentate sono le sportive anni ’70 anche giapponesi.
Kawasaki triple, Honda Four, Laverda e Guzzi sportive sono praticamente assenti.
Rari sono pure i Falcone e gli Airone.
Ci sono però una Guzzi 850 GT e una Le Mans 3.
Stranamente ben rappresentate sono le inglesi; oltre alla già citata Triumph incontro una Matchless, un paio di Ariel di cui una già con la targa di omologazione ASI, una Douglas 350 boxer trasversale anch’essa registrata ASI e qualche altra meno degna di nota.
C’è un espositore con una serie di Moto Morini Corsarino, un bel Tresette e un 3 ½ Sport ottimamente restaurati.
C’è un Corsaro messo giù da pista ma solo nel look.
Le elaborazioni corsaiole riguardano un paio di Aermacchi, degli improbabilissimi Motom, e qualche Ducati 250.
Fanno bella mostra di se anche un paio di degne Motobi e una Gilera 125 Sport.
A chiudere mi colpisce un carro funebre su Fiat 2300 con le decorazioni tipiche degli anni ’60.
Il trait d’union tra il “Tiro a quattro” della premiata ditta Bellomunno e i modernissimi “shuttle” vagamente americaneggianti su meccanica Mercedes.