Itinerario del 1 Novembre 2011 |
Stavolta esco da solo, ho smontato l’utile ma orribile bauletto e messo su l’unghia coprisella.
Per una volta la VFR sarà rigorosamente e anche esteticamente in assetto da combattimento.
La temperatura è gradevole ma andare verso i monti magari è un po’ azzardato; meglio verso il mare.
Meta: Gaeta.
Ho voglia di curve.
Per qualche mese resterò a digiuno e oggi voglio abbuffarmi.
Mi avvio di buon passo verso la Val di Comino e il Selvaggio Borgo Natio, Fontechiari.
Lo supero senza fermarmi, voglio percorrere il Tracciolino, la strada che costeggiando le Gole del Melfa, unisce Roccasecca a Casalvieri; la via più rapida per passare dalla Val di Comino alla Valle del Liri.
Il "Tracciolino" |
La strada fu realizzata durante la seconda guerra mondiale per rifornire il fronte di Cassino e praticamente non ha rettilinei.
Trecentoquarantotto curve in poco più di dodici chilometri.È stretta, teoricamente chiusa al traffico e con un fondo in condizioni scadenti ma il paesaggio è maestoso e di una bellezza selvaggia.
Un toccasana per lo spirito.
Da Roccasecca prendo la strada che porta verso il mare passando per San Giovanni Incarico e Pico.
La strada è sinuosa, larga e con un ottimo fondo.
Ci sarebbe da divertirsi se il traffico permettesse di aprire la manetta, in pratica non c’è passo carrabile, incrocio o confluenza da dove non sbuchi qualcuno non sempre rispettoso delle precedenze.
Vado via allegro ma assolutamente vigile e pronto a effettuare manovre di emergenza.
Passato il bivio per Lenola la strada si arrampica tortuosa verso i 700 metri circa del Monte Fusco con in cima il Santuario della Civita.
Da Lenola Verso il Monte Fusco |
Qui non ci sono incroci e si può aprire il gas senza patemi.
Lampeggi nervosi nello specchietto; immediatamente dopo una coppia di motociclisti, uno con una Varadero e l’altro con una MV Brutale, mi fanno il pelo.OK, se volete la guerra….scalo due marce e mi metto in caccia.
La Varadero la infilo alla prima staccata ma la Brutale è tutt’altra storia.
La VFR è un ottimo compromesso tra una sportiva e una tourer ma la MV è stata pensata e costruita per il misto stretto; riesco a tallonarla abbastanza da vicino ma di passarla non se ne parla nemmeno.
In inserimento riesco a starle alla ruota ma da metà curva in poi va via con una fluidità e una progressione disarmanti.
Troppa la differenza di cavalli e di ciclistica e il tizio che la guida sa il fatto suo.
Comunque non sfiguro, il massimo distacco sarà stato un centinaio di metri.
Arriviamo in cima in un baleno; della Varadero si è persa ogni traccia.
Mi fermo al Santuario; è il giorno di Ognissanti e almeno un Pater, Ave e Gloria va recitato.
La chiesa invita al raccoglimento e prego con tutto il cuore.
Torno sulla terrazza prospiciente la chiesa; peccato che la giornata non sia limpida altrimenti sarebbe stato possibile vedere Ischia da una parte e il Circeo dall’altra.
Dal Santuario della Madonna della Civita |
Anche così però il panorama è da mozzare il fiato.
Mentre torno sulla statale, in uscita di curva, trovo del ghiaietto sulla carreggiata e la moto si intraversa; la tengo su ma la manovra d’emergenza mi provoca una fitta terribile al pollice e al polso destro.Mi fermo e aspetto che il dolore si calmi sperando che la cosa non mi rovini la giornata.
Appena il dolore diventa tollerabile inizio a scendere verso Itri godendomi il panorama, lasciando correre la moto e smaltendo l’adrenalina dell’ ingarellamento e della sbandatona.
Itri |
Da Itri a Gaeta c’è pochissima strada da fare però a velocità rigorosamente codice; ci sono autovelox dappertutto.
Gaeta è come sempre bellissima.Parcheggio la moto e passeggio godendomi il mare e il tepore del sole.
Una sigaretta ci starebbe alla grande ma ho smesso di fumare… a volte essere virtuosi è molto faticoso; mi accontento di un caffè ma il vizio in questo momento mi manca.
Gaeta - La Rocca |
Gaeta - Il Porto |
Gaeta - Svorcio verso Sperlonga |
Prendo di nuovo la VFR e salgo verso la Montagna Spaccata e la Grotta del Turco ma non è orario di visite e allora via verso Sperlonga.
Non voglio perdere tempo in un ristorante per cui mi accontento di un pessimo e untissimo panino con salsiccia e broccoletti comprato da un paninaro parcheggiato su una piazzola sul mare.Finalmente Sperlonga.
Sperlonga |
Questo paese arroccato sul promontorio con i suoi vicoli, le scale, gli scorci improvvisi sul mare azzurrissimo, i muri verniciati di bianco e colori pastello da sempre mi mette in pace con me stesso.
Sperlonga |
Sperlonga - La spiaggia |
Sperlonga - scorcio con bouganvillea
Ho letto da qualche parte che Fondi, un paesone vicino Sperlonga, ha un quartiere ebraico detto “La Giudea”.
Ho appena visitato il ghetto di Praga e l’idea di visitarne un altro mi stuzzica.
Il quartiere ebraico, mai definito ghetto dagli abitanti, si distingue dal resto del centro storico per tipologia edilizia e concentrazione abitativa ma mancano del tutto i riferimenti alla religione ebraica.
Neanche la “Casa degli spiriti”, la vecchia sinagoga, in Piazza dell’Olmo Perino solletica più di tanto la mia fantasia.
Fondi - Ingresso alla Giudea |
Tuttavia vale assolutamente la pena di visitarlo; c’è atmosfera.
E’ ora di avviarsi verso casa, con l’ora solare fa buio prestissimo e con il calare del sole la temperatura si abbassa sensibilmente.Mi avvio senza forzare, la stanchezza comincia a farsi sentire e il dolore al pollice si sta riacutizzando.
Da Lenola prendo verso Vallecorsa, i primi chilometri con la strada che si arrampica a picco sul mare sono uno spettacolo da non perdere.
Peccato per la foschia che oggi non è mai completamente scomparsa.
La strada fino a Castro dei Volsci è un misto veloce assai intrigante con fondo discreto; se il polso non mi facesse male sarebbe da fare belli sparati e invece mi limito a un allegretto con brio.
Il resto del percorso di rientro è senza storia.
Come prevsito sta facendo buio e inizia a far freddo.
Come prevsito sta facendo buio e inizia a far freddo.
Una giornata piacevolissima strappata all’autunno.
Ce ne sarà ancora un’altra? Spero di sì.
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