Ho preferito andare alle prove perché partecipanti e i team sono più rilassati e disposti alle chiacchiere che il giorno della gara.
Tralascio le moto moderne, sono bellissime, curatissime, velocissime, ipertecnologiche ma sono affascinato dalle meccaniche di qualche decennio fa, dai carburatori, dai freni a tamburo, dalle forcelle tradizionali, dal sound vintage dei terminali aperti e delle espansioni dei due tempi..
Uno, due, tre e quattro cilindri che hanno rappresentato un pezzo di storia importante del motociclismo e che a dispetto degli anni conservano intatto tutto il loro fascino e la loro riconoscibilità.
Nessuno che abbia un minimo di passione per i mezzi a due ruote ha mai dimenticato le Ducati mono e bicilindriche, le Moto Guzzi, le Honda Four, le Triumph Trident, i Kawasaki triple, le Matchless G50 e tante altre.
Il tempo anzi ha alimentato e ingigantito le leggende sulle loro peculiarità: velocità, stabilità, accelerazione, inaffidabilità e pericolosità.
Sono un inguaribile nostalgico, che posso farci?
Il telaio sembra abbracciare stretto il motorazzo della Kawa 900 per non farlo scappare via.
E' meglio evitare di portare ai box bambini e cagnolini, potrebbero cadere facilmente nei terminali di queste due belle Ducati 450.
Curatissima Ducati 750 Corsa Corta 1973 - lo stesso motore e lo stesso telaio che permisero a Paul Smart di vincere nel 1972 a Imola dando inizio al mito Ducati - serbatoio e codone in alluminio, accensione spostata all'esterno e scarico alto clamoroso.
Due begli esemplari di Ducati Pantah.
La Honda 500 Four nacque come elegante moto da passeggio, curata, ben rifinita e con organi meccanici surdimensionati come la tradizionale solidità e affidabilità della casa vuole. Queste stesse caratteristiche l'hanno fatta diventare una ottima base per una una efficace belvetta da competizione.
La Honda CR 450 è derivata dalla CB 450, presentata nel 1965, che fu la prima Honda bicilindrica di alta cubatura (444 cc). Aveva una potenza di circa 45 cv e quindi potenza specifica di oltre 100 cv/litro e uan velocità massima di 180 km/h.
Aveva tutta una serie di caratteristiche che la distinguevano nettamente dalla concorrenza inglese: il doppio albero a cammes in testa, il carter diviso orizzontalmente e le valvole con barre di torsione in acciaio invece delle classiche molle cilindriche. Nelle versioni corsaiole si è sempre fatta onore in circuito specie nel campionato AMA.
Kawasaki H1 R |
Kawasaki H2 R |
Kawasaki H1 R |
Kawasaki H2 R |
La Kawasaki 500 H1 R ra la versione da competizione della tricilindrica due tempi stradale con la quale aveva molte parti in comune.
Rabbiosa e potente aveva nel telaio e nel baricentro alto i suoi punti deboli.
debuttò nella 200 miglia di Daytona condotta da Ginger Molloy classificandosi al sesto posto.
Di Molloy fu il giro più veloce a 257 Km/h di media.
La Kawasaki H2 R era derivata dalla H2 stradale da 750 cc e era stata progettata per vincere la solita 200 Miglia di Daytona - la vittoria in questa gara avrebbe aperto le porte all'immenso mercato americano - ma la moto non seppe dare i risultati sperati. Benchè avesse 25 cavalli più della H1R era ancora meno potente delle Honda e delle Triumph Trident.
Ebbe come pilota anche un certo Paul Smart che con lei vinse una gara in Canada.
Segue...