Ieri ho deciso, confortato dalle prevsioni meteo di fare un giro un po' più lungo del solito, di prendermi una vacanza lunga un giorno.
So che probabilmente questa è l'ultima domenica buona dell'anno; la prossima settimana torna l'ora solare e farà buio troppo presto per fare dei percorsi un tantino più impegnativi.
Ho lavato la moto, fatto il pieno, controllato l'olio, il liquido di raffreddamento, la tensione della catena, la vecchia e fida VFR è pronta.
Non ho ancora deciso dove andare.
Mare o monti?
Salgo in sella e raggiungo la statale...a destra per i monti, a sinistra verso il mare.
La moto decide quasi da sola di andare a sinistra.
OK, vada per il mare.
La statale fino a Cassino è la solita tragedia.
"Sunday drivers" e autovelox - quelli carogna montati sui pali - rendono il percorso decisamente poco piacevole nonostante il fondo buono e le curve amiche.
Finalmente l'autostrada.
Qui posso aprire il gas, debbo solo ricordarmi di rallentare fino alla velocità codice sotto i rilevatori del "Tutor".
Da un po' sento la nostalgia di Napoli e dei dintorni.
Decido di tornare sulla Costiera Amalfitana.
Ci andavo da studente, di domenica, con la macchina di qualche amico o ospite di qualche collega.
Sono troppi anni che non ci torno.
Vado giù sparato, la moto va che è un piacere, il traffico è scarso, il tempo bellissimo.
Arrivo a Caserta in pochissimo, svolto a destra verso la Salerno-Reggio Calabria.
Non so se arrivare a Salerno e poi tornare indietro massando per Maiori e Minori o scavalcare i Monti Lattari da Nocera e piombare direttamente su Vietri sul Mare.
Vada per il Passo di Chiunzi; dopo tanta autostrada un po' di curve non mi faranno assolutamente male.
Inizio a salire, la strada è stretta e tortuosa ma non c'è molto traffico.
La VFR mi asseconda docile.
Allungo il passo.
Staccata, piega, gas e la Honda mi spara fuori dalle curve e dai tornanti che si succedono senza soluzione di continuità.
Comincio a divertirmi.
Ho parlato troppo presto.
Mezza strada ha il fondo in rifacimento.
Dieci o dodici chilometri di curve sprecate.
Scavalco e inizio a scendere, il traffico si fa' più consistente...poi si blocca.
Il semaforo che regola il traffico nei due sensi è fuori servizio e si è formata una coda chilometrica.
Arrivo alla testa della colonna, c'è una vigilessa.
Non ho nessuna voglia di sprecare mezza giornata ad aspettare per passare.
Sfoggio il mio migliore accento campano e il mio miglior sorriso e le dico che abito un paio di chilometri più avanti.
Mi guarda dubbiosa ma io so mentire perfettamente.
Sempre sorridendo la rassicuro che non voglio in alcun modo farla mancare al suo dovere e che se mi farà arrivare a "casa" in tempo per il pranzo domenicale sarà una cortesia di cui le sarò per sempre grato.
Mi scruta arcigna...poi finalmente si scioglie in un sorriso e mi fa cenno con la paletta di passare.
Ringrazio riconoscente.
E' fatta...vai, vecchio brigante!
Lascio gli altri motociclisti e le "sardine" ad abbrustolirsi al sole.
Cinque minuti e sono a Vietri.
Il traffico sulla strada costiera è spaventoso ma la cosa non mi infastidisce.
Sono affascinato dallo spettacolo che mi si offre.
Alzo la mentoniera del casco, apro il giubbotto e mi tolgo i guanti.
Mi godo il profumo del mare, il sole...sono contento di essere vivo e di esserci.
Mi lascio prendere dalla magia dei panorami; la moto non ha più alcuna importanza, è solo un mezzo di locomozione che mi trasporta da un angolo di paradiso a un altro.
Vietri, Amalfi, Praiano, Positano, Sorrento, Vico Equense...mi scordo perfino di mangiare.
Superata la Penisola Sorrentina potrei riprendere subito l'autostrada per tornare verso casa ma voglio andare a Napoli.
Imbocco la tangenziale, non ho voglia di passare per il centro di Pompei, Torre Annunziata, Torre del Greco e poi la periferia sud di Napoli.
Ci sono lavori in corso, deviazioni continue, rallentamenti, fondo sconnesso, traffico ma la tangenziale mi permette di accorciare i tempi.
Prendo per il porto e sbocco a Via Marina.
Preso dalla voglia di "napoletanitudine" ho dimenticato i "basolati" napoletani.
La VFR ama le strade tipo tavolo da biliardo e non gradisce quel fondo.
La ruota anteriore rimbalza, quella posteriore pure...mi dolgono i polsi e i muscoli del collo, mi sembra di avere un paletto piantato nel didietro...tengo la bocca semiaperta e la lingua ben lontana dai denti.
Mi faccio forza e proseguo.
Non resisto alla voglia di passare davanti alla mia vecchia Facoltà.
L'assassino torna sempre sul luogo del delitto.
Parcheggio la moto in divieto di sosta proprio davanti al portone di Palazzo Gravina e vado a mangiare un boccone in una pizzeria.
Mi sarebbe piaciuto andare da "Vac 'e pressa", un fast food ante litteram (un altro primato del Sud), ma non so se c'è ancora e ricordo che la domenica è chiuso. Lo avevo cercato tempo addietro ma senza trovarlo.
La pizza è ovviamente ottima, peccato doverla accompagnare con una Coca Cola ma devo guidare e sono attaccato alla vita.
Salgo a piedi verso Piazza del Gesù e Santa Chiara per mangiare una sfogliatella in un bar pasticceria che frequentavo un tempo.
La sfogliatella è ancora migliore di quanto ricordassi.
Faccio il bis.
Per il caffè voglio il meglio.
Torno a prendere la moto, faccio un pezzo di Via Toledo e un pezzo di Rettifilo, salgo per Via Mezzocannone - proprio di fianco all'Università Centrale - e sbocco a Piazza San Domenico Maggiore.
Il "Caffè più buono di Napoli" non si chiama così per caso.
Bevo un nettare superbo con la cremina della casa.
Positano e Praiano
Dopo un buon caffè urge una sigaretta.
Nello sballottolamento dei "basolati" ho perso sia le sigarette che l'accendino e non ci sono tabaccai aperti nelle vicinanze...il Gestore del bar - quello con la maglietta gialla - me ne offe una e ci mettiamo a chiacchierare e a fumare seduti fuori del locale insieme a due poliziotti motociclisti.
Sto bene, mi sento a casa.
Il momento di ripartire arriva fin troppo presto.
Non mi piace guidare la moto al buio.
Saluto i miei nuovi amici e mi avvio.
Il rientro è senza storia.
Comunque una cosa è sicura...ci tornerò.