La Honda
CB 500 Four , immessa sul mercato nella primavera del 1971, fu subito un
successo.
La nuova pluricilindrica della “famiglia Four” non
voleva essere una copia in piccolo della veloce e potente sorella maggiore, la CB
750 Four, quanto invece una moto completamente nuova, diversa dalla 750
tranne che per il numero dei cilindri e per il gentile sibilo del motore.
Di lei si è già detto e scritto tutto; inutile
ricordarne ancora una volta pregi, difetti e peculiarità.
Insieme alla sorellona ha segnato un’epoca.
Da un po’ di tempo le CB 500 stanno vivendo una
seconda giovinezza, apprezzate da un pubblico che, stufo dell’orgia di cavalli
e chilogrammetri espressi dalle “armi letali” immesse sul mercato dai vari
costruttori, va riscoprendo il sapore autentico della motocicletta.
Non mancano ovviamente le elaborazioni “da sparo”
destinate alla pista, del tipo di quelle che prepara con grande senso estetico
e competenza tecnica Peppe Battisti, ma sempre più motociclisti le restaurano
riportandole alle condizioni originali.
Qualcun altro vuole crearsi un mezzo unico
conforme al proprio senso estetico e all’uso che della sua cavalcatura vuol
farne.
Willy Alonzi, responsabile tecnico del Techno
Racing Team, ha sviluppato sulla base della mezzo litro nipponica questa
“Scrambler” dal sapore molto “british”; del resto le CB Four erano ampiamente
ispirate alle moto britanniche dell’epoca.
Non è stato effettuato nessun intervento radicale
sulla ciclistica, telaio sospensioni e freni sono quelli di serie e non sono
state alterate le quote ciclistiche.
Il motore
ha subito una leggera elaborazione con la sostituzione del blocco
cilindri/pistoni maggiorati (per una cubatura totale di 600 cc) e sono stati
montati, adattandoli, quattro carburatori di derivazione Kawasaki.
Lo scarico è un quattro in quattro con tromboncini
verniciati in nero e controconi in alluminio lucidato.
L’assenza di compensatore può dare problemi nei
transitori ma vuoi mettere l’aspetto racing?
Il serbatoio è quello stock aerografato con un
logo che ricorda quello Norton, la sella è stata completamente rifatta in stile
Wrenchmonkees, il parafango posteriore è stato sostituito con un’unghia in
vetroresina, i cerchi e il manubrio da
cross sono stati verniciati di nero, e il faro è stato dotato di una griglia parasassi.
La strumentazione prevede solo un piccolo tachimetro.
I minimalisti indicatori di direzione e il gruppo
ottico posteriore di gusto “custom”sono di provenienza aftermarket.
Ora Willy sta lavorando su una CB 750 “total black”
con parti in composito.
Aspetto con ansia.