Una magnifica giornata di sole a Roma in compagnia
della mia compagna di mia figlia e due amici torinesi, la scusa era la mostra
di Frida Kalho alle scuderie del Quirinale, ma se il vero motivo era stare
insieme alle persone a cui voglio bene.
Io e il mio amico abbiamo preferito non visitare
la mostra ( l’artista non è tra quelli che amo di più) e abbiamo preferito
goderci il sole e la reciproca compagnia.
L e giornate che cominciano bene non possono che
finire meglio e, ciliegina sulla torta, mi sono imbattuto questa bella Guzzi Cafe
Racer parcheggiata nei dintorni di Piazza Barberini.
Non ho potuto parlare con il proprietario ma alcuni
particolari : paracolpi, cavalletto,
forcella, fanalino posteriore, supporti pedane ecc. mi fanno supporre che la
base di partenza sia un T3 di probabile provenienza P.A.
A parte la sella che è indiscutibilmente una
Giuliari per Honda Four, tutto il resto è un “melting pot” di parti provenienti
da Guzzi diverse.
Il serbatoio è quello intramontabile della V7
Sport, dalla stessa moto provengono i fianchetti; dalla Le Mans I arrivano i
collettori di scarico con compensatore, il cupolino e i carburatori –
immancabilmente dotati di cornetti di aspirazione liberi.
Stranamente il proprietario non ha montato i
semimanubri d’ordinanza delle cafe racer ma un corna di bue di probabile
derivazione T5.
I parafanghi sono stati ridotti all’osso e non c’è
traccia degli indicatori di direzione.
Gli scarichi sono i classicissimi e bellissimi
Lafranconi “Riservato competizione” dal suono inconfondibile inarrivabile.
All’avantreno sono state montate pinze Brembo
Serie Oro adattate con piastre in alluminio; i dischi originali sono stati
forati.
Un bel lavoro, non c’è dubbio.
Unica nota stonata: l’orribile specchietto
retrovisore.