giovedì 24 aprile 2014

HONDA CB 750 Four Cafè Racer by Willi Alonzi

Se vi capitasse tra le mani una Honda CB 750 Four del 1972 in queste condizioni cosa ne fareste?
Potreste lanciarvi in una lunga, difficile e costosa operazione di restauro o affidarla a mani esperte  per trasformarla in qualcosa di diverso, personale, minimal  ma curata al punto giusto, immediatamente riconoscibile come la settemmezzo che cambiò la nostra idea di moto e comunque coerente con lo spirito Cafè Racer.
Intendendo per cafè racer quelle moto nate come tranquille turistiche e trasformate, non solo esteticamente, in mezzi più performanti, stabili, veloci e capaci di imbrigliare in sicurezza e rendere pienamente godibile la cavalleria espressa dagli “inline four” anni ’70.


Vabbè, se siete qui a spendere qualche minuto per leggere l’articoletto significa che la storia la conoscete perfettamente e quindi bando alle ciancie.
Le mani esperte sono quelle di Willi Alonzi; sì, quello della Honda 500 Four nera e oro che ho già pubblicato sul cafè, direttore sportivo del Techno Racing Team e pilota dilettante.



La moto è stata spogliata completamente; via serbatoio, forcella, forcellone, cerchi, strumentazione, parafanghi e tutto il resto; il nudo telaio è stato mondato da staffe e staffette, sabbiato e verniciato.
Il motore, a cui non sono state apportate modifiche, fatta salva l’adozione di un radiatore dell’olio, è stato fatto a pezzi, revisionato, sabbiato e verniciato di nero; i carburatori revisionati, accordati e dotati, mandata in pensione la scatola del filtro, di quattro bei cornetti liberi.
Le sovrastrutture sono ridotte all’osso: serbatoio della CB 550 SS, sella handmade, contagiri minimal, faro e ammortizzatori e fanalino posteriore aftermarket, frecce piccole in “finto” carbonio (orribili !), rivestimento del serbatoio dell’olio e fianchetto sinistro in “vero” carbonio, un accenno di parafango posteriore e nulla più.
Nemmeno uno specchietto retrovisore.
Gli interventi “pesanti” si sono concentrati sulla ciclistica:
forcella, piastre e semimanubri prelevati da una Suzuki GSX R del 2005; questo ha comportato una consistente diminuzione del valore dell’avancorsa a tutto vantaggio della maneggevolezza.





forcellone in alluminio Suzuki GSX 750 del 1985 debitamente accorciato.
cerchi Honda CBX calzati con pneumatici 150/17” al posteriore e 120/18” all’anteriore.
dischi anteriori da 300 mm morsi da pinze a quattro pistoncini Nissin
tubazioni di tipo aeronautico
freno posteriore da 300 mm con pinza a due pistoncini.
Supporti motore e paraschizzi in carbonio.
Pedane e supporti vari sono stati realizzati in alluminio lavorato al CNC.
Impianto di scarico 4 in 2 con terminali  megaton verniciati di nero e scarichi fasciati come vuole la moda del momento.
Una chicca: il coperchio delle punterie con la scritta incisa Techno Racing Team e il numero 72, l’anno di nascita del proprietario.


Non sono riuscito a guidarla ma una volta in sella la posizione è confortevole e la moto da la sensazione di essere corta, corta…quasi una Buell.

Dai Willi, aspettiamo la prossima.