La prima versione denominata Ala d'oro, cilindrata 250 cc, fu resa disponibile nel 1960; in seguito ebbe graduali incrementi di cilindrata e modifiche alla frizione e al cambio fino alla Ala d'oro 350.
Il motore, semplice e robusto erogava 37 cv a 8200 giri.
Questo esemplare elaborato da Domenico Romano ha subito una ulteriore elaborazione che l'ha portata dagli originali 344, 1 cc agli attuali 422.
Le modifiche hanno riguardato sia l'alesaggio che la corsa; l'alesaggio è passato dagli originali 74 a 80 mm e la corsa da 80 a 90 mm.
L'aumento della corsa è stato ottenuto disassando l'albero motore, utilizzando una biella più lunga e robusta, barenando il carter e interponendo una flangia in alluminio tra basamento e cilindro.
Ovviamente sono state debitamente allungate anche le aste.
Sono stati allargati e lucidati i condotti di aspirazione e scarico; realizzati su specifica, saldati alla testata e elegantemente rifiniti tanto che sembrano originali ma se confrontati con quelli di serie dimostrano la loro robustezza.
La vaschetta del grosso carburatore Dell'Orto da 40 mm è stata autocostruita.
Il volano è stato eliminato e l'anticipo automatico è stato sostituito con uno manuale in modo da poter essere gestito autonomamente in funzione del percorso e dei giri del motore.
Ovviamente la gestione manuale richiede orecchio e competenza fuori del comune.
E' stata adottata una doppia accensione.
Lo scarico, completamente vuoto, è stato derivato da quello di un Ducati Pantah 600.
La ciclistica è di prim'ordine: Forcella Ceriani GP (originale) così come gli ammortizzatori posteriori che sono stati dotati di molle rinforzate, freni pure Ceriani, cerchi Borrani a bordo alto, comandi Tommaselli.
Da notare per la loro eleganza i registri dei cavi di freno anteriore e frizione.
A colpire è soprattutto la cura della realizzazione; niente cavi sparsi, tutto è pulito ordinato funzionale e senza sbavature.
Non per niente Domenico Romano di mestiere fa il carabiniere.
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