Ieri mi è capitato di imbattermi in una Moto Guzzi 850 T5 ex forze armate oggetto di un tuning leggero ma di ottimo gusto.
Il proprietario non l'ha stravolta ma ne ha accentuato le caratteristiche di sport tourer.
Sella allungata, parafango posteriore del California, faro e strumentazione V35 e freccine cromate.
Un po' di storia.
La T5 fu costruita dalla Moto Guzzi quasi esclusivamente per le Forze dell'Ordine utilizzando il classico "Tonti Frame" e il motore "teste quadre", nella ancora più classica cubatura di 850 cc, evoluzione del T4.
Ne scaturì una moto equilibrata, stabile e con una velocità di punta di poco inferiore ai 200 km/h. Nella versione destinata alle forze armate venne utilizzato un albero a cammes con profilo diverso da quello destinato alla versione civile che migliorava il tiro ai bassi e più in generale lungo tutto l'arco di erogazione.
Come sempre capitava nella gestione De Tomaso le finiture erano a livello ciclomotoristico, l'impianto elettrico era da incubo e la linea decisamente impersonale.
La forcellina Paioli da 35 mm (solo in alcune versioni destinate ai carabinieri venne utilizzata la versione da 38 mm), i cerchi in lega "pesante", i dischi pieni in ghisa da 300 mm, la bruttissima strumentazione e le ancora più brutte carenature la resero poco appetibile dalla comune utenza che preferiva orientarsi verso la fascinosa California per il turismo e verso la Le Mans per una guida più sportiva.
Restava l'ottimo motore, i degnissimi ammortizzatori Koni regolabili nel precarico e nell'idraulica, la straordinaria tenuta di strada tipica del telaio Tonti e l'interasse comune alla Le Mans con l'adozione di un forcellone tra i più corti di tutta la produzione Guzzi dell'epoca.
Il cannotto di sterzo era più lungo di qualche centimetro rispetto agli altri modelli con lo stesso telaio e questo correggeva in parte gli sbacchettamenti della forcella coadiuvato come sempre dal dozzinale ammortizzatore di sterzo.
La versione civile montava la ruotina anteriore da 16" che, se da una parte diminuiva le masse non sospese e riduceva l'effetto giroscopico, dall'altra aumentava gli sforzi torsionali sugli steli, necessariamente più lunghi, vanificando di fatto i benefici.
Inoltre sulla versione civile venivano montati i dischi in acciaio da 260 mm della Lario che non avevano di certo la capacità di arresto di quelli da 300 in ghisa.
Una moto con pochi difetti e tanti pregi che però rimase confinata nel limbo fino a quando le Forze dell'Ordine con cominciarono a dismetterle.
Con poche centinaia di euro si poteva mettersi in garage una buona base per crearsi una special con i fiocchi.
Un rapido giro nell'immenso mare del web ha confermato che la T5 è stata scelta da molti per delle special da paura.
Poca spesa e tanta resa, la base è praticamente identica alle V7 e alle LeMans ma il costo è notevolmente più basso.
Vai alla scheda tecnica e al video SCHEDA TECNICA MOTO GUZZI 850 T5
CHI SONO
Sono malato di moto.
Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.
Qualcosa su cafè sport
Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
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