Non è mai facile parlare di un mito come la Moto
Guzzi V7 di cui si è scritto tanto.
Come è noto anche ai sassi, il propulsore a V di
90° trasversale è entrato nella memoria collettiva al pari dei monocilindrici
orizzontali che hanno equipaggiato per mezzo secolo le moto di Mandello Lario.
Anche il motore a V presentato, proprio sulla V7, nel
1965 al Salone di Milano è vicino a compiere i suoi primi 40 anni di vita.
La V7 nasce bene e riscuote subito un buon
successo di vendite e tra l’altro viene adottata anche dalle forze di Polizia
italiane e in seguito, nella versione da 850 cc, anche dai Chips di alcuni
stati americani.
La special su base V7 - classe 1967, come orgogliosamente
evidenziato sui fianchetti - che ho incontrato alla rievocazione storica del
Circuito di Monte Mario con ogni probabilità è proprio una di quelle dismesse
dalla p.a.
Lo si capisce dalla sella monoposto e dagli
indicatori di direzione anteriori posti dove le moto della Polizia avevano i
lampeggianti.
Un tuning leggero e di gusto: il serbatoio montato
in origine sul motocarro Ercole impreziosito da una bella aerografia e qualche
cromatura relativa alla forcella, ai fianchetti e qualche altro particolare.
Gli americaneggianti terminali “fish tail” sono
per fortuna parzialmente nascosti dalle borse di cuoio poste ai lati della sella.
Poche cose ma sufficienti a farla notare.
Un piccolo appunto: l’aquila aerografata sul
serbatoio è quella americana, più piccola della nostra maestosa aquila reale.
L’ Haliaeetus leucocephalus si alimenta spesso di
carogne contendendole agli avvoltoi; abitudine nobilmente disdegnata dall’Aquila
Reale dello stemma Guzzi.
Nessun commento:
Posta un commento