Forse quei quattro o cinque che mi vogliono bene e quelli, sicuramente molto più numerosi, che scommettono sulla quantità di cappellate che riesco a mettere insieme in un solo post.
Un sondaggio però voglio tentarlo ugualmente: qualcuno ricorda la Yamaha TRX 850? Nessuno, eh? Tranquilli, probabilmente non la ricordano nemmeno a Iwata.
Sbagliato, sicuramente la ricordano bene.
Uno dei più clamorosi flop della casa dei tre diapason. Da qualche parte negli uffici di marketing ci sarà sicuramente scritto a ideogrammi cubitali qualcosa che suona più o meno come "memento TRX".
Tutto sommato non era nemmeno troppo brutta.
I Nippo avevano deciso di costruire l'anti Monster, avevano preso e vitaminizzato - 73 Cv - il bicilindrico fronte marcia della TDM (cambiando perfino il diagramma di fasatura per avere una sonorità allo scarico simile a quella di un bicilindrico a "L"), lo avevano infilato in un bel telaio a traliccio, avevano disegnato una carrozzeria un po' tozza ma curata come solo loro sanno fare, le avevano messo su una bella mezza carena che faceva tanto Ducati 750 SS anni '90.
Già....sulla carta.
Anche io la avevo relegata in un cassetto fuori mano dell'anticamera del dimenticatoio e ci ho messo un po' per capire che accidenti di base avessero usato quelli di 20.000 pieghe per realizzare la splendida special che si faceva ammirare nel loro stand al Bike Expo'.
Certo, ci vuole un bel coraggio per montare un set di sospensioni "full Ohlins" ( il color oro è quanto mai azzeccato considerando che quegli oggetti si acquistano a quotazioni da gioielleria) su una moto dallo scarso valore commerciale come la TRX ma qualche rotella fuori ordinanza è ordinaria amministrazione nel cervello dei tuner.
Quindi...forcella ad attacco radiale e mono Ohlins; cerchi e freni del CBR; forcellone lucidato con aggiunta di capriata superiore di rinforzo; serbatoio stock; codone ancora di derivazione CBR; coppia di scarichi alti Arrow; cupolino con due faretti poliellissoidali sovrapposti; strumentazione digitale; manubrione alto e largo; una bella "pittata" di rosso e argento.
Quattro righe per compendiare un lavoro egregio e un risultato eclatante.
La moto originale aveva un bel tiro e quote ciclistiche che le facevano prediligere il misto stretto; è facile immaginare quindi che goduria guidare un esemplare così attrezzato su un percorso tipo Passo della Futa.
Roba da dare del filo da torcere alle supermotard.
Condita con un pizzico di follia visionaria la ricetta TRX avrebbe avuto forse un futuro diverso.
Meditate, Giapponesi, meditate.
Un appunto però devo muoverlo: tanta moto avrebbe meritato qualcosa in più dello "specchione" retrovisore preso in prestito da un TIR.