Per una volta non ho niente da aggiungere.
Quella che segue è la trascrizione fedele di quanto Lorenzo mi ha consegnato.
Non ho cambiato nemmeno una virgola.
"L’idea di costruire questa moto nasce leggendo un articolo su Luca Viola, secondo a Daytona con una splendida V7 Sport.
La moto di Luca, esportatore di stile e tecnica in terra americana, mi affascinò moltissimo.
Ero già in possesso di un Imola 350 modificato con motore 650 cc e varie componenti Stucchi ( ma questa è un’altra storia) ma non mi bastava più.
In un negozio in zona Prati era esposta la mitica V7 Sport di Luca, entro e la osservo in ogni suo magnifico particolare.
Decido in quel momento di iniziare la costruzione di una “special” con quel riferimento prezioso ed essenziale.
La moto: una 1000 SP arrivata al capolinea della sua carriera di granturismo e base perfetta per la trasformazione in cafe racer. Il vecchio proprietario: un buon padre di famiglia arrivato al terzo figlio e alla decisione di porre fine alla sua carriera di centauro.
Prime componenti: un serbatoio in alluminio fatto a mano e i fianchetti di una Le Mans I.
Seguono poi cerchi a raggi Borrani, sella Gaman, parafanghi minimali di una V7 Sport, mezzi manubri e così via. La storia prende però una brutta piega, una mattina di settembre ci schiantiamo di brutto contro un maledetto Golf.
Moto distrutta, il sottoscritto in fin di vita.
Sembra la fine ma non è così.
Le fratture sono tante e gravi ma al CTO fanno il “miracolo”.
Due mesi e tre interventi più tardi sono fuori.
Tornando a casa mi fermo al garage dove giacciono le spoglie della mia povera moto; resto solo con Lei e piangendo giuro a me stesso che tornerò a cavalcarla.
Dovrò lavorare molto sia sul mio telaio, ormai bionico, che su quello della Guzzi piegato lacerato e con il cambio esploso ( come le mie vertebre ).
Telefono a Felice, il mio amico meccanico.
Ci sono voluti sei mesi di duro lavoro per riportare su strada il gioiello.
Durante la resurrezione arrivano una miriade di pezzi speciali e varie elaborazioni. E’ una emozione vederla di nuovo in gran forma, sicuramente più del proprietario, ma la soddisfazione è tanta.
Ci vorranno molti altri mesi prima che le mie condizioni fisiche mi permettano di guidarla come prima ma già averla di nuovo in garage è un grosso risultato. Grazie a mia moglie e a mio figlio che mi hanno dato la forza di riprendermi e dato la forza di proseguire nella mia passione e nel contempo migliorare i risultati della mia vita.
La mattina che ho ripreso la moto sulla litoranea, piegando tra le dune, con l’aria fresca e profumata sul viso ho pianto di gioia pensando a questa fantastica e dolorosa avventura.
Ho combattuto contro un bruttissimo evento di cui porto ancora i segni.
E’ la vita.
Ho imparato che non si molla.
Sono ancora in sella con il mento sul serbatoio ( e che serbatoio!), con i manubri tra le mani, ginocchia strette su quei capoccioni a danzare tra le curve e gli ostacoli del lavoro, della famiglia e della vita.
Grazie a tutti i miei Amici che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato.
Un grazie particolare al grande Felice, instancabile, paziente ed estremamente competente tecnico della galassia Moto Guzzi.
Chiururgo ed ingegnere, autore di questa moto splendida, essenziale, elegante come nessuna altra.
Quasi come la mitica V7 Sport di Luca."
La moto di Luca, esportatore di stile e tecnica in terra americana, mi affascinò moltissimo.
Ero già in possesso di un Imola 350 modificato con motore 650 cc e varie componenti Stucchi ( ma questa è un’altra storia) ma non mi bastava più.
In un negozio in zona Prati era esposta la mitica V7 Sport di Luca, entro e la osservo in ogni suo magnifico particolare.
Decido in quel momento di iniziare la costruzione di una “special” con quel riferimento prezioso ed essenziale.
La moto: una 1000 SP arrivata al capolinea della sua carriera di granturismo e base perfetta per la trasformazione in cafe racer. Il vecchio proprietario: un buon padre di famiglia arrivato al terzo figlio e alla decisione di porre fine alla sua carriera di centauro.
Prime componenti: un serbatoio in alluminio fatto a mano e i fianchetti di una Le Mans I.
Seguono poi cerchi a raggi Borrani, sella Gaman, parafanghi minimali di una V7 Sport, mezzi manubri e così via. La storia prende però una brutta piega, una mattina di settembre ci schiantiamo di brutto contro un maledetto Golf.
Moto distrutta, il sottoscritto in fin di vita.
Sembra la fine ma non è così.
Le fratture sono tante e gravi ma al CTO fanno il “miracolo”.
Due mesi e tre interventi più tardi sono fuori.
Tornando a casa mi fermo al garage dove giacciono le spoglie della mia povera moto; resto solo con Lei e piangendo giuro a me stesso che tornerò a cavalcarla.
Dovrò lavorare molto sia sul mio telaio, ormai bionico, che su quello della Guzzi piegato lacerato e con il cambio esploso ( come le mie vertebre ).
Telefono a Felice, il mio amico meccanico.
Ci sono voluti sei mesi di duro lavoro per riportare su strada il gioiello.
Durante la resurrezione arrivano una miriade di pezzi speciali e varie elaborazioni. E’ una emozione vederla di nuovo in gran forma, sicuramente più del proprietario, ma la soddisfazione è tanta.
Ci vorranno molti altri mesi prima che le mie condizioni fisiche mi permettano di guidarla come prima ma già averla di nuovo in garage è un grosso risultato. Grazie a mia moglie e a mio figlio che mi hanno dato la forza di riprendermi e dato la forza di proseguire nella mia passione e nel contempo migliorare i risultati della mia vita.
La mattina che ho ripreso la moto sulla litoranea, piegando tra le dune, con l’aria fresca e profumata sul viso ho pianto di gioia pensando a questa fantastica e dolorosa avventura.
Ho combattuto contro un bruttissimo evento di cui porto ancora i segni.
E’ la vita.
Ho imparato che non si molla.
Sono ancora in sella con il mento sul serbatoio ( e che serbatoio!), con i manubri tra le mani, ginocchia strette su quei capoccioni a danzare tra le curve e gli ostacoli del lavoro, della famiglia e della vita.
Grazie a tutti i miei Amici che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato.
Un grazie particolare al grande Felice, instancabile, paziente ed estremamente competente tecnico della galassia Moto Guzzi.
Chiururgo ed ingegnere, autore di questa moto splendida, essenziale, elegante come nessuna altra.
Quasi come la mitica V7 Sport di Luca."
Lorenzo Ridolfi Caratteristiche tecniche:
- Moto Guzzi 1000 SP classe 1981
- Forcella: Forcelle Italia regolabile da 40 mm.
- Piastre sterzo: Menani in ergal ricavate dal pieno
- Ammortizzatori: Koni regolabili
- Pedane: Tarozzi in alluminio regolabili
- Manubrio: semimanubri Tarozzi regolabili
- Distribuzione: terna di ingranaggi in ergal by Stucchi
- Cammes: Bruno Scola
- Serbatoio: in alluminio lucidato a specchio fatto a mano
(in alternativa quello del Le Mans I grigio)
- Tappo serbatoio: tipo aereonautico
- Cerchi: in alluminio Borrani Rekord
- Sella: Gaman
- Carburatori: Dell'Orto con coni a trombetta Malossi
- Contagiri: Veglia da competizione
- Pompa freno anteriore: radiale con eliminazione della frenata integrale
- Fianchetti: Le Mans I
- Cruscotto: il alluminio lucidato.
- Specchietto: end bar
- Competenza: Felice
- Passione: Lorenzo
Anche le foto sono di Lorenzo
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