CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



sabato 13 marzo 2010

YAMAHA FZX 750 FAZER

La Yamaha FZX 750 è stata una onesta moto della metà degli anni '80 con tutti i pregi, i difetti e le peculiarità delle moto di quell'epoca.
Estetica un po' da Ufo Transformer, ciclistica onesta ma sicuramente non adeguata alle caratteristiche del motore.
L'unità motrice era un "in line four", 16 valvole DOHC con accensione elettronica, erogante una novantina di cavalli piuttosto nervosetti.
I cilindri erano fortemente inclinati in avanti per l'ottenimento di un baricentro basso; per contro l'intersasse era piuttosto lungo e questo rendeva la FZX poco adatta al misto stretto e alla guida in città.
Ho faticato un po' a riconoscerla nella bella Streetfighter color verde brillante vista la Bike Expo'.
C'era un non so che in quel verde che mi ha fatto tornare in mente qualcosa che avevo letto a proposito di un insetto: la Cantaride.
Una breve ricerca in Internet ha confermato quello che ricordavo vagamente; cito: "...si raccontavano cose mirabolanti sulla cantaride, il favoloso insetto, l'antico rimedio per rinvigorire le deboli forze amatorie dell'uomo... attenzione, può essere molto velenosa... se ve la raccoglierete da soli e ve ne preparerete una dose serale, sarete più contenti, agili e vispi...".
Ecco, il proprietario di questa FZX deve aver fatto il pieno di cantaridina e la trasformazione promessa dalle leggende è avvenuta.
Sicuramente più agile e vispa di quando è uscita dalle catene di montaggio di Iwata.
Sicuramente più velenosa.
I muscoli si sono gonfiati e la gracile forcellina da 35 si è trasformata in una ipertrofica upside down con attaccate due belle pinze a sei pistoncini contrapposti; gli ammortizzatori posteriori con molle a scomparsa si sono tramutati a loro volta in due pregiati Olhins pluriregolabili; il culo un po' moscio si è alzato e ha preso tono.
Anche gli scarichi hanno subito una impennata verso l'alto. L'anonimo faro quadrato ha lasciato il posto a un affilato e aggressivo cupolino, di foggia forse un po' troppo teutonica, con tanto di faretti poliellissoidali sovrapposti.
Ai lati del cupolino sono spuntate due antenne che hanno finito per congiungersi alle estremità del manubrio che a sua volta si è disteso, allargato, abbassato e anodizzato in un bel color oro. I cerchi sono cresciuti, passando dalle strane misure 15" posteriore e 16" anteriore alla molto più moderna misura di 17", e ora ospitano due bei gommoni sicuramente più adatti alla guida d'attacco che la moto promette.
Il tuning che restituisce dignità a moto un po' neglette e dal valore commerciale prossimo allo zero è quello che preferisco.
Niente di paricolarmente costoso o sofisticato in questa Yamaha: l'avantreno di un Gixer di qualche anno fa', il codone di un monster, un cupolino aftermarket, una coppia di scarichi in carbonio, un paio di ammortizzatori degni di questo nome (unica concessione al lusso), un po' di vernice e tanta, tanta manualità e fantasia.