CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 9 luglio 2015

Aermacchi Ala d'oro 422 cc by Domenico Romano

L'origine dei modelli corsaioli della aermacchi vanno fatti risalire alla stradale sportiva Ala Rossa 175 con motore monocilindrico orizzontale con distribuzione ad aste e bilancieri progettato da Alfredo Bianchi.
La prima versione denominata Ala d'oro, cilindrata 250 cc, fu resa disponibile nel 1960; in seguito ebbe graduali incrementi di cilindrata e modifiche alla frizione  e al cambio fino alla Ala d'oro 350.
Il motore, semplice e robusto erogava 37 cv a 8200 giri.
Questo esemplare elaborato da Domenico Romano ha subito una ulteriore elaborazione che l'ha portata dagli originali 344, 1 cc agli attuali 422.
Le modifiche hanno riguardato sia l'alesaggio che la corsa; l'alesaggio è passato dagli originali 74 a 80 mm e la corsa da 80 a 90 mm.
L'aumento della corsa è stato ottenuto disassando l'albero motore, utilizzando una biella più lunga e robusta, barenando il carter e interponendo una flangia in alluminio tra basamento e cilindro.
Ovviamente sono state debitamente allungate anche le aste.

Sono stati allargati e lucidati i condotti di aspirazione e scarico; realizzati su specifica, saldati alla testata e elegantemente rifiniti tanto che sembrano originali ma se confrontati con quelli di serie dimostrano la loro robustezza.
La vaschetta del grosso carburatore Dell'Orto da 40 mm è stata autocostruita.
Il volano è stato eliminato e l'anticipo automatico è stato sostituito con uno manuale in modo da poter essere gestito autonomamente in funzione del percorso e dei giri del motore.
Ovviamente la gestione manuale richiede orecchio e competenza fuori del comune.
E' stata adottata una doppia accensione.
Lo scarico, completamente vuoto, è stato derivato da quello di un Ducati Pantah 600.
La ciclistica è di prim'ordine: Forcella Ceriani GP (originale) così come gli ammortizzatori posteriori che sono stati dotati di molle rinforzate, freni pure Ceriani, cerchi Borrani a bordo alto, comandi Tommaselli.
Da notare per la loro eleganza i registri dei cavi di freno anteriore e frizione.
A colpire è soprattutto la cura della realizzazione; niente cavi sparsi, tutto è pulito ordinato funzionale e senza sbavature.
Non per niente Domenico Romano di mestiere fa il carabiniere.