CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 10 novembre 2011

Norton Commando 961, Carlo Talamo e ... "La Suora"

L’altro giorno mentre scrivevo qualcosa sulla Special Moto Guzzi 1000 SP mi è capitato di visitare il sito della Norton.

Sapevo che avevano acquistato il glorioso marchio, avevo visto qualche foto dei prototipi ma confesso di non essermi accorto della avvenuta commercializzazione della nuova Commando.
La moto è davvero bella, segue il solco tracciato delle riedizioni in chiave moderna operate da Talamo con la Triumph Bonneville ( chi non ricorda la splendida special con telaio featherbed replica fatta costruire da Pettinari), proseguito degnamente dalla Ducati con le Sport Classic e interpretato, ahimè, alla maniera italica - leggi in tono minore e con il solito spirito sparagnino – dalla Moto Guzzi con le V7 Classic.
Niente da dire sulle nuove Norton, un telaio in tubi tondi dal disegno nitido, una forcella tradizionale ma dall’aria solida e con gli attacchi radiali per le pinze dei freni a disco, cerchi in lega a raggi, ammortizzatori laterali di qualità, sovrastrutture filanti e evocative e un bel motorone bicilindrico raffreddato ad aria con aspetto vintage ma con tecnologia moderna, prestazioni in linea con la tipologia di moto e adeguate alle aspettative della potenziale clientela.

Triton Talamo - Pettinari

Ducati Sport Classic 1000
Un gran bel lavoro.
Già, però mi era sfuggita la avvenuta commercializzazione e questo è gravissimo per chi vuole e deve vendere il proprio prodotto.
Il sito è francamente povero: notizie tecniche, poche foto, un richiamo blando al passato e poco altro.
Troppo poco.
Per carità, non sono un esperto di marketing ma sono un motociclista e come tale subisco il fascino di prodotti promossi con una strategia di comunicazione fatta come si deve.
Avete presente i caschi Davida?
La foto della ragazza con gli occhioni azzurri e la tuta di cuoio nero sulla Le Mans “full alloy” è di quelle che restano impresse.

Foto pubblicitaria Davida Helmets

E con essa il marchio promosso.
Ho già citato Talamo?
Sì.
Quando c’è da creare un  “oggetto del desiderio" il richiamo al compianto Carlo è inevitabile così come è tale il rischio di essere ripetitivo.
Ma tant’è.
Mi è capitata tra le mani una copia di Classic Bike allegata al numero 17 di Legend Bike anno 1994 con pubblicato un articolo di Talamo (all’epoca ancora stava promovendo le H.D. anche se già si occupava della resurrezione di Triumph) che presentava una special su base Harley Davidson Fat Boy.
Un articolo dal retrogusto tra il sadomaso e il “fetish” a mio avviso assolutamente geniale e che trascrivo integralmente.
Talamo ha applicato integralmete quanto enunciato nel 1947 Georges Bernanos: ...i motori di scelta della pubblicità sono semplicemente i sette vizi capitali per la ragione che è molto più facile appoggiarsi sui vizi dell'uomo che sui suoi bisogni.
C’è già stato chi ha venduto a prezzi improponibili vagonate di motociclette invendibili.
Non c’è nulla di male a prendere spunto da chi ha inventato strategie di successo.
La nuova Commando è vendibilissima; meditate, Signori della Norton, meditate.

Copertina Classic bike

La Suora … il Diavolo e l’Acquasanta.

Io ero una brava e giovanissima Fat Boy.
Me ne stavo ancora nella cassa tutta luccicante nelle mie belle cromature.
Poi quela bestia del mio padrone m’ha presa, m’ha guardata con uno sguardo che non mi piaceva affatto e io mi sono sentita meno sicura delle mie cromature e del metallizzato della mia vernice, profondo come il mare.
Ed infatti in poche ore quello m’ha fatto a pezzi.
Poi m’ha segato metà telaio.
M’ha pure accorciato le gambe anteriori e quelle posteriori cosicchè struscio per terra.
Poi il parafango davanti me l’ha rimontato dietro aiutandosi con un paio di staffe di alluminio fatte alla bell’e meglio.
E al posto del parafango anteriore s’è inventato una specie di becco di pellicano.
Ha preso il mio bel nasino cromato e rotondo e l’ha buttato via.
Ha scovato il musone arcigno di una vecchia Electra Glide e me l’ha messo su aggiungendo una visierona talmente assurda che adesso tutti mi chiamano: “La Suora”.
Io avevo anche un bel serbatoio in due pezzi che era un orgoglio, sormontato da un contachilometri cromato che tutti m’invidiavano.
Il mio padrone ha strappato via anche quello.
Poi ha preso un vecchio serbatoio tutto ammaccato di una Low Rider Custom e me l’ha piazzato su facendo gridolini di meraviglia.
Al diavolo!
Il mio manubrione alto e americano è stato buttato via e sostituito con questo scopino.
E la mia poltrona a due posti e due piani ha lasciato il posto ad un sellino che farebbe schifo a una bicicletta.
Quando cominciai a sperare che la furia del mio padrone si sarebbe fermata lui mi girò attorno con le mani curiosamente intrecciate dietro la schiena.
Gli occhi piccoli e malvagi scrutavano ogni mia parte.
“Quello che non c’è non pesa, non costa, non si rompe” mormorava.
“Voglio l’essenza” borbottava.
Io lo guardavo e a me pareva matto, invasato.
Pensai che mi avrebbe dato una martellata urlandomi “perché non parli?”.
Invece si limitò a togliermi altri pezzi come il copri cinghia di trasmissione, il blocchetto ei comandi elettrici al manubrio, il filtro dell’aria, il mio bell’impianto di scarico a due tubi.
Credo che mi avrebbe tolto anche i freni se avesse potuto.
Pensavo che avesse finito, invece mi rismontò tutta quanta e mi fece un bagno di vernice nera dappertutto.
Nero lucido, nero opaco, nero semilucido, nero raggrizzante.
Eppoi mi guardò, forse con un po’ di commozione.
Mi disse “Quanto sei bella, ti avevo immaginata proprio così. Così ti ho voluta: magra, sottile di dietro e forte, robusta, superdotata davanti”.
Chissà.
Io mi piacevo tanto così com’ero.
Lucida e cromata.
E adesso sono così cambiata…
Però gli sguardi per strada e la meraviglia degli altri motociclisti mi fanno sentire desiderata.
E soprattutto lui, il mio padrone, ogni volta che mi vede mi mangia con gli occhi.
E io so di averlo fatto felice.

Carlo Talamo - "La Suora"
Ah, dimenticavo...sulla quarta di copertina dello stessa rivista faceva bella mostra di se la reclame della Triumph Tiger: il marchio strillato, una bella foto e il messaggio: la Triumph ha dormito dieci anni. Adesso è sveglia e molto riposata.