CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



domenica 30 agosto 2009

Norton Commando, Ducati scrambler Cafe', BMW R60

Sabato di fine Agosto, il caldo è allucinante.
Avrei voglia di fare qualche giro in moto un po' più impegnativo del solito ma mi sento male al solo pensiero di mettere addosso giubbotto, guanti e stivaletti e sciropparmi un tratto di strada più o meno lungo sotto la canicola.
Meglio aspettare Settembre.
Inoltre devo approfittare della giornata semifestiva per lavorare un po' sulla Guzzi e un po' sulla VFR.
La Honda deve essere in piena forma meccanica e estetica per affrontare il periplo della sicilia che ho in mente di fare la prima settimana di Ottobre.
Il percorso più breve che mi tolga dall'afa è quello che porta sulle montagne dell'Abruzzo fino a quota 1600.
Una quarantina di chilometri di curve amiche da fare allegramente.
Al Passo, poi, è facile trovare qualcuno con cui chiacchierare di moto.
Sempre che non ci siano gli "sbirri" a rovinare la giornata.
Come il carabiniere tutto di un pezzo che un paio di settimane fa mi ha ritirato il libretto della moto per la revisione scaduta da tre giorni.
Ero in torto, ovvio, ma i tutori dell'ordine dovrebbero essere consci che è più produttivo educare che reprimere.
Inutile; concetti tanto complessi sono al di fuori della portata del carabiniere medio che non interpreta, obbedisce.
Vabbe', ho contribuito con 155 eurini al loro fondo pensione.
Al Passo invece non c'e nessuno a parte un gruppetto di "Valentino Replica"in tenuta da combattimento appoggiati senza parlare ai loro missili terra/terra - probabilmente sono venuti su più veloci dei loro pensieri e ora aspettano che questi li raggiungano - e un trio di Harleisti.
Non ho niente in comune con nessuna delle due categorie per cui faccio una passeggiata sotto i faggi, libero la mente e mi godo il fresco.
Al ritorno decido di passare per i paesini della Valle di Comino, San Donato, Alvito.
I panorami sono da sogno, pietre bianche incastonate nel verde delle colline con le montagne aspre del Parco sullo sfondo.
Uscendo da Alvito, quando già sto dando gas, l'occhio cade su una sagoma verde.
Freno, faccio inversione e mi avvicino.
Mi complimento con la mia visione periferica, la macchia verde è una Norton Commando in livrea english racing green.
Splendida.
Mi avvicino per guardarla meglio, ha la targa inglese e è tenuta egregiamente.
Ringrazio il signor Nokia per aver costruito un cellulare con fotocamera da 5 megapixel, la Fuji l'ho lasciata a casa.
Mentre sto scattando viene fuori il proprietario.

Mi racconta la storia della Norton.

L'ha scambiata con una Harley seminuova ( non è mai troppo tardi per rinsavire!) deluso dalle prestazioni di quest'ultima.
La moto nasce come Commando stradale e viene modificata con componenti Norvil da un certo Mister Smith, pilota, presumibilmente gentleman, in terra d'Albione.
Le sovrastrutture sono quelle della PR (Production Racer), essenziali e classiche.
Neanche il proprietario conosce tutte le modifiche apportate, so soltanto che la trasmissione primaria è a cinghia dentata anzichè catena duplex, che i carburatori sono degli Amal Concentric, che albero a camme e valvole sono di tipo racing e che l'impianto elettrico prevede la batteria a perdere.
Inusuale e originale la scelta di usare il contenitore del tachimetro, asportato, per alloggiare i comandi elettrici ridotti all'osso.
Il contagiri Smiths meccanico è ruotato nella posizione racing classica.
L'impressione è di leggerezza e velocità, un vero "dangerous toy".
Il proprietario mi apre le porte del suo garage, ci sono altre due moto.
Una splendida Ducati Scrambler caferizzata con serbatoio cromato, sella clubman e componentistica racing e una BMW R60/6 in condizioni pari al nuovo.
Chiacchierando scopro che a suo tempo realizzò e vendette una Guzzi 750S che ebbi occasione di fotografare tempo addietro. E' incredibile quanti bravi preparotori di "garage bike" e veri appassionati ci siano nella nostra zona.
Peccato che nessuno riesca a coagulare e far emergere tanta passione. Ma forse è meglio così, non si sa mai quali piacevolissime sorprese possa riservare una banalissima passeggiata in un caldissimo sabato di mezza estate.

lunedì 10 agosto 2009

VARIAZIONI SUL TEMA : MOTO GUZZI 850 T5

Ieri mi è capitato di imbattermi in una Moto Guzzi 850 T5 ex forze armate oggetto di un tuning leggero ma di ottimo gusto.
Il proprietario non l'ha stravolta ma ne ha accentuato le caratteristiche di sport tourer.
Sella allungata, parafango posteriore del California, faro e strumentazione V35 e freccine cromate.








Un po' di storia.
La T5 fu costruita dalla Moto Guzzi quasi esclusivamente per le Forze dell'Ordine utilizzando il classico "Tonti Frame" e il motore "teste quadre", nella ancora più classica cubatura di 850 cc, evoluzione del T4.
Ne scaturì una moto equilibrata, stabile e con una velocità di punta di poco inferiore ai 200 km/h. Nella versione destinata alle forze armate venne utilizzato un albero a cammes con profilo diverso da quello destinato alla versione civile che migliorava il tiro ai bassi e più in generale lungo tutto l'arco di erogazione.
Come sempre capitava nella gestione De Tomaso le finiture erano a livello ciclomotoristico, l'impianto elettrico era da incubo e la linea decisamente impersonale.
La forcellina Paioli da 35 mm (solo in alcune versioni destinate ai carabinieri venne utilizzata la versione da 38 mm), i cerchi in lega "pesante", i dischi pieni in ghisa da 300 mm, la bruttissima strumentazione e le ancora più brutte carenature la resero poco appetibile dalla comune utenza che preferiva orientarsi verso la fascinosa California per il turismo e verso la Le Mans per una guida più sportiva.
Restava l'ottimo motore, i degnissimi ammortizzatori Koni regolabili nel precarico e nell'idraulica, la straordinaria tenuta di strada tipica del telaio Tonti e l'interasse comune alla Le Mans con l'adozione di un forcellone tra i più corti di tutta la produzione Guzzi dell'epoca.
Il cannotto di sterzo era più lungo di qualche centimetro rispetto agli altri modelli con lo stesso telaio e questo correggeva in parte gli sbacchettamenti della forcella coadiuvato come sempre dal dozzinale ammortizzatore di sterzo.
La versione civile montava la ruotina anteriore da 16" che, se da una parte diminuiva le masse non sospese e riduceva l'effetto giroscopico, dall'altra aumentava gli sforzi torsionali sugli steli, necessariamente più lunghi, vanificando di fatto i benefici.
Inoltre sulla versione civile venivano montati i dischi in acciaio da 260 mm della Lario che non avevano di certo la capacità di arresto di quelli da 300 in ghisa.
Una moto con pochi difetti e tanti pregi che però rimase confinata nel limbo fino a quando le Forze dell'Ordine con cominciarono a dismetterle.
Con poche centinaia di euro si poteva mettersi in garage una buona base per crearsi una special con i fiocchi.
Un rapido giro nell'immenso mare del web ha confermato che la T5 è stata scelta da molti per delle special da paura.
Poca spesa e tanta resa, la base è praticamente identica alle V7 e alle LeMans ma il costo è notevolmente più basso.



































































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