CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 4 ottobre 2012

MOTO TUNING: Moto Guzzi V35



Questa l’ho pescata parcheggiata per le vie di Roma.
Sì, è proprio lei: la piccola di casa Guzzi, la V35.
Progettata durante l’epoca di Alejandro De Tomaso sulla base della V50, che all’epoca riscuoteva un buon successo di vendite, con la medesima ciclistica ma con cilindrata ridotta per evitare gli aggravi fiscali esistenti a quel  tempo sulle cilindrate oltre i 350 cc.
Un buon progetto visto che a tutt’oggi (Ahimè!) le “piccole” della Guzzi, dalle Nevada alle V7, adottano lo stesso telaio e praticamente lo stesso motore per quanto aggiornato.
Trentacinque cavalli spalmati su una motina piccola, affidabile, comoda anche per due, dai consumi ridotti e con la quale si poteva affrontare anche qualcosina in più di una gita fuoriporta.
Non ci si potevano aspettare ovviamente prestazioni eclatanti; la V35 era irrimediabilmente votata al turismo a breve raggio e ai percorsi cittadini.
La fantasia dei Tuner però non ha limiti e così la paciosa bicilindrica si è trasformata in un ibrido tra bobber e cafè  racer.

Aggressiva per quanto possibile, grezza il giusto e equilibrata.
Tra plasticosi scooter e moto senz’anima si faceva notare come una mosca su una torta alla panna.
Niente modifiche al telaio, eventuali modifiche al motore ignote, sospensione anteriore accorciata e dotata di soffietti, ammortizzatori e faro provenienti da un Nuovo Falcone, serbatoio di un Gilera 124 Country (almeno così mi sembra), pinze e dischi originali collegati da tubazioni di tipo aeronautico, cerchi a raggi provenienti presumibilmente da una cuginetta Benelli, sella realizzata con un foglio di lamiera e poca imbottitura, piccole e cattivissime frecce aftermarket, manubrietto a “M” Tommaselli style, tanta vernice nera e troppa rossa…et voilà, les jeux sont fait: la piccola e scialba Cenerentola si è trasformata nella bella Strega cattiva.