CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 25 agosto 2011

MOTORI VISTI, INTRAVISTI E MAI VISTI

Mai visto: Motore Ducati-Ricardo 500 GP 1971/72

Nel 1971 la Ducati decise di tornare ai Gran Prix e, mentre in casa l'Ing. Taglioni disegnava il bicilindrico a L da 500 cc che doveva servire a promuovere le vendite delle 750, fu commissionato alla inglese Ricardo lo studio di un propulsore.
La Ricardo propose un tre cilindri frontemarcia di concezione modernissima: raffreddamento a liquido, quattro valvole per cilindro, distribuzione bialbero comandata da cinghia, cambio estraibile a sette rapporti e alimentazione a iniezione. 
Durante le prove emersero difetti strutturali che ne consigliarono l'abbandono.
Il motore è stato recuperato dopo 25 anni di abbandono e ora è esposto in un museo.

Visto: Ducati 250cc Bicilindrico Desmo 1960




La Ducati 250 cc bicilindrico Desmo fu ordinata dal ricco Stan Hailwood per il figlio Mike che la utilizzò e vinse il camiponato inglese classe 250 nel 1960.
Nacque dalla matita di Fabio Taglioni ed era in pratica l'accoppiamento di due monocilindrici 125 con distribuzione desmodromica comandata da cascata di ingranaggi posta tra i due cilindri.
Mike The Bike ebbe anche una analoga 350 cc, i ricambi per entrambe le moto e un meccanico italiano.
Le moto finirono poi nelle mani di John Surtees e infine recuperate dalla Ducati che ha intenzione di esporle nel proprio museo.
Per renderle competitive furono dotate di componeti ciclistiche Made in England.

Intravisto: Moto Guzzi 500 4 cilindri GP



Le guzzi da corsa sono sempre state identificate come monocilindriche (Gambalunga, Dondolino, 350 e 500 Bialbero ecc.) o con la stupefacente 8V.
Più raramente si rammentano le bicilindriche longitudinali e quasi completamente sconosciuta è questa 500 GP quattro cilindri in linea del 1954  con trasmissione a cardano e albero a cammes in testa che, a un regime di 9000 giri/min. e rapporto di compressione 11:1, sviluppava 55 Cv alla ruota.



Mai visto: Moto Guzzi V4

La prima apparizione di un V4 trasversale Moto Guzzi è un prototipo realizzato da Lino Tonti e noto come "maquette" anche se sembra ne esista un esemplare.
Il motore ha la classica configurazione a V di 90° ma a differenza dei bicilindrici ha la distribuzione ad albero a camme in testa comandato da catena o cinghia in una configurazione molto simile a quella realizzata dal Dr. John e da cui nacque la sfortunata Daytona.


La configurazione V4 è stata ripresa poi per uno studio per la V7 e mai messo in produzione.
Probabilmente a scoraggiare è stata la lunghezza del propulsore anche se, a mio modesto parere, accoppiato a un cambio trasversale tipo Honda CX500 ( la Guzzi giapponese) e con la trasmissione a catena avrebbe avuto un buon futuro.



Intravisto: Ducati 500 GP Spairani

Definisco così questo motore in quanto sviluppato al di fuori della Ducati, da Armaroli, per volontà di Fredmano Spairani dopo che, per cambiamenti al vertice, la Ducati aveva perso interesse per le competizioni e in particolare per le Grand Prix.



Il motore, provato a lungo da Spaggiari, aveva mostrato un incremento minimo di potenza rispetto al 500 GP di Taglioni - che era la copia in piccolo delle 750: distribuzione desmodromica a due valvole per cilindro comandato da alberelli a coppie coniche - avendo per contro un arco di erogazione molto più ristretto. 
Il motore con due Dell'Orto da 40 mm aveva fornito 74 Cv a 12000 giri/min.
Quello che rende interessante questo motore è che esso anticipa di qualche decennio i Desmoquattro: distribuzione desmodromica a quattro valvole per cilindro, doppio albero a cammes in testa comandato da cinghia dentata.
Chissà cosa sarebbe successo se da Armaroli avessero avuto a disposizione l'iniezione e l'accensione elettronica?
Il telaio della moto era realizzato dallo specialista inglese Seeley.


Mai visto: Moto Guzzi W103



Tra il 1981 e il 1982 Lino Tonti sviluppò, sulla base del bicilndrico un tre cilindri con schema a W con angolo tra i cilindri di 65° e cilindrata totale di 992 cc, distribuzione a aste e bilancieri con due assi a cammes nel basamento a lato del cilindro centrale, alimentazione con tre carburatori Dell'Orto da 30 mm.
Il motore, pur restando un capolavoro di ingegneria, non è mai stato montato su nessun prototipo e accantonato probabilmente per l'ingombro del cilindro verticale che avrebbe costretto a disegnare un nuovo telaio (magari un bel doppio trave in alluminio tipo Deltabox ).



31/12/2011
Devo apportare una correzione al commento sul motore Moto Guzzi V4 di Lino Tonti di cui conoscevo solo la maquette.
Da "mai visto" deve diventare "Intravisto"; sul web ho pescato le foto del prototipo marciante del V4.

Motore Moto Guzzi V4 Prototipo Lino Tonti

Engine+Frame Moto Guzzi V4 Prototipo Lino Tonti

Che dire?
Spero che i vertici della Moto Guzzi siano a conoscenza di queste immagini e che smettano di far finta di niente.
Provate ad immaginare tanto motore ingabbiato in un telaio come quello dell' A72 Team raffigurato qui sotto e alzi la mano chi non sarebbe disposto  a pagare qualcosa pur di farci un giro.