CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 30 agosto 2012

HONDA 500 FOUR by PEPPE BATTISTI E ORLANDO FUSCO

Si stava ragionando, l’altro giorno, di come le Honda Four, specialmente le 500, siano diventate quasi pezzi da collezione, con relativa e adeguata crescita delle loro quotazioni commerciali, mentre fino a una decina di anni fa si trovavano abbandonate legate ai pali dei cartelli stradali o nei pressi dei cassonetti.
Ah, averne approfittato allora.
Leggere, ancor oggi pienamente fruibili, affidabili, ottimamente rifinite e con disponibilità ottima ( per quanto cara, a meno forse delle delicatissime e praticamente quasi introvabili marmitte ) di ricambi sono diventate un mezzo “a la page” da esibire al bar o ottime basi per la costruzione di moto competitive per le gare del Gruppo 5.
Una di queste è stata scelta dal pilota ciociaro Gianni Di Sarra per correre in questa classe.
La moto è stata affidata in prima battuta a un “preparatore” non del tutto… preparato e i risultati ottenuti non possono essere certamente definiti eclatanti.

Alla fine la moto è stata affidata per l’elaborazione e la messa a punto a due vecchie conoscenze di Cafè Sport: Giuseppe Battisti e Orlando Fusco.
Hondista l’uno e ducatista l’altro.
Un lavoro a quattro mani effettuato da chi dimostra con i risultati le proprie capacità.
Tanto per esemplificare una Honda 500 preparata da Battisti ha vinto con Zamperini un campionato e Fusco ha conseguito la vittoria di classe all’endurance 2011 di Cartagena.
Il motore della Four è stato completamente smontato e si è ricominciato tutto daccapo iniziando dalla lavorazione e alleggerimento dell’albero motore, alla sostituzione di bielle e pistoni con altri più performanti, alla lavorazione delle testate, dell’albero a camme e così via.
Sull’accuratezza e precisione del montaggio posso mettere la mano sul fuoco avendo visto di persona con quale cura  e precisione Giuseppe controlla ogni singolo bullone, ogni singolo accoppiamento e ogni singolo serraggio.
Da notare la lavorazione del tamburo posteriore fatta da Battisti e la lavorazione dei carter fatta da Fusco.

A completare la parte termica c’è una batteria di efficientissimi Keihin CR e uno scarico 4 in 1 con un terminale sicuramente efficiente ma francamente brutto che stona come un moscone su una torta alla panna.




La ciclistica può contare sul telaio stock privo, per fortuna, dei fazzoletti di rinforzo forati utilizzati di solito dagli Hondisti così come capita spesso di vedere in pista.
Di solito vengono saldati un po’ dappertutto dei fazzoletti di rinforzo e  poi con una punta da 10 mm si buca tutto il bucabile.
Quando non è più possibile praticare altri fori da 10 si ricomincia tutto da capo con una punta del 6.
Il telaio di questa Honda è stato fortunatamente risparmiato e non ha subito lo scempio.
Il reparto sospensioni vanta un avantreno tutto Guzzi/Benelli con forcella Marzocchi, pinze Brembo, dischi in ghisa debitamente e abbondantemente forati e tubazioni di tipo aeronautico.



Al retrotreno è stato montato un forcellone Bimota replica in acciaio scatolato con registri a eccentrico e degli splendidi e quasi introvabili ammortizzatori pluriregolabili FAAC.




Molto belle le pedane.
Le sovrastrutture in vetroresina sono quelle prodotte da Europlast e commercializzate un po’ da tutti.
Salta agli occhi invece la razionalità e pulizia dell’assemblaggio quasi del tutto privo di fascette, nastro adesivo, cablaggi in vista e di tutto quel non so che di provvisorio e improvvisato tipico delle moto da competizione; la moto alla fine sembra più una cafè racer che un mezzo destinato alla pista.
Deliziosa la firma “PEPPE 616” impressa su uno dei carter.
Se non fosse per quel terminale…



mercoledì 1 agosto 2012

31 LUGLIO 2012. MEMORIAL MAURIZIO PANICONI AD ARPINO


Il 31 Luglio 1977 durante la cronoscalata Isola del Liri – Arpino  la Benelli 250 di Maurizio Paniconi piombava sul pubblico assiepato uccidendo un giovanissimo spettatore e ferendo gravemente suo padre.
Anche il pilota perdeva la vita nell’incidente.
Per ricordare l’evento e per rievocare la storica corsa in salita l’appassionato collezionista, nonché memoria storica della corsa, Roberto Cianfarani ha organizzato nella bellissima piazza di Arpino una mostra video fotografica dedicata.
Ovviamente erano esposti i pezzi pregiati della collezione di Roberto, tra l’altro è uno dei membri più attivi del forum 50ini d’epoca, più qualche altro pregevole pezzo come la Yamaha Bimota di Parravano e la Motobi 175 del frusinate Franco Frasca – per la verità piuttosto malmessa – che qui ha corso e vinto. 
Molto ben rappresentate le piccole cilindrate con esemplari racing di Minarelli, Derbi e Malanca.
Stupende la Bimota HD 250 e la Kawasaki 900 con telaio misto tubi – “lamelle di alluminio” opera dello specialista Segale ( gli spagnoli della Sbay Motors con i loro tanto sbandierati telai “lamellari” delle New Jerry e Flying non si sono inventati niente).

Non mancavano un paio di curatissime Honda 500 Four messe giù da pista.
Era esposta anche la Benelli di Paniconi che Roberto ha recuperato e restaurato.
La mostra fotografica è stato il compendio dei decenni di storia della Isola del Liri – Arpino con i volti dei piloti, delle moto, le classifiche e materiale d’epoca.
Erano presenti alcuni dei vecchi piloti ed è stato divertente starli ad ascoltare mentre si riconoscevano e commentavano moto, curve e amici assenti per impegni o “per causa di forza maggiore”.
Ha chiuso la manifestazione la proiezione di inediti e gustosissimi filmati d’epoca.
Una sorta di “come eravamo” che, per chi come me ha raggiunto da un po’ la mezza età, ha il gusto dolce-amaro della nostalgia.
Nostalgia e non rimpianto; in fondo noi l’epoca favolosa del sesso sicuro e delle moto pericolose l’abbiamo vissuta  e fortunatamente superata.


Si può senza dubbio parlare di successo sia per la qualità del materiale esposto sia per la tipologia di pubblico composta quasi esclusivamente da addetti e appassionati.
Un successo dovuto alla genuina passione di Roberto e dei suoi figli che hanno pagato tutto di tasca loro senza l’ausilio di alcuno sponsor.