CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



sabato 14 gennaio 2012

Parilla 125 Grand Prix

Sono anni ormai che il telaio e il motore della mia Parilla 175 Sport del 1953 fanno bella mostra su uno scaffale del mio studio.
Ogni tanto li guardo e penso che prima o poi devo rimettere in moto la vecchietta.
La moto è venuta in mio possesso quando un amico me la fece provare e io dopo aver percorso qualche centinaio di metri andai dritto ad una curva e finii in un fossato alto svariati metri cavandomela fortunatamente con un grande spavento e con qualche ammaccatura.
La moto ebbe meno fortuna di me.
La forcella era piegata, il parafango anteriore accartocciato e la marmitta schiacciata.
L'amico pretese che come risarcimento acquistassi la moto per poco meno di un centinaio di migliaia di lire; tutto sommato feci un buon affare.
Ormai era mia e tanto valeva che la rendessi marciante.
Affidai la Parilla a un certo Salvatore Monreale, un siciliano domiciliato coattivamente nella mia cittadina che oltre ad essere un buon pilota - all'epoca partecipava al campionato della montagna con una Parilla M.S.D.S. - era anche un ottimo meccanico.


I n una quindicina di giorni Salvatore sostituì la forcella originale con una Ceriani con gli steli da 32 mm, mise su un parafanghetto cromato, montò un tromboncino praticamente libero, una sella monoposto "con lo gnocco" , lucidò i condotti di aspirazione e scarico, montò una camma racing, adeguò la carburazione e probabilmente fece anche qualcosina che non mi disse.
Il risultato fu un guadagno di una trentina di chilometri orari e una ottima accelerazione tanto che riuscivo a dare del filo da torcere agli Scrambler Ducati che all'epoca spopolavano.
Per un paio di anni mi divertii davvero.
Poi fui distratto dalla moto dagli impegni universitari e dall'acquisto di qualcosa di più moderno e performante e la Parilla rimase a invecchiare in un angolo del garage.
Sono indeciso se riportarla alle condizioni originali e se lasciarla nelle condizioni attuali di special d'epoca anche se propendo per quest'ultima opzione.



Ho passato qualche ora sul web cercando pezzi di ricambio di cui ho bisogno e mi sono imbattuto in una Parilla che non conoscevo: la 125 Grand Prix a due tempi con ammissione a disco rotante e cilindro orizzontale, progettata da Cesare Bossaglia, che purtroppo non corse mai.


L'Ingegner Bossaglia era una vera autorità nel campo dei motori a due tempi ad alte prestazioni.
 Approdò alla Parilla alla metà degli anni '50 e il suo apporto tecnico fu altamente fruttuoso.
Le modifiche apportate alla 175 a camma rialzata portarono alla vittoria al Giro d'Italia e a Daytona con Rottigni e alla conquista del campionato italiano con Brambilla.
Elettrizzato dai successi Giovanni Parrilla decise di passare ai GP con una moto tutta nuova.
Il progetto prevedeva un motore da 125 cc a due tempi con cilindro orizzondale con ammissione, per la prima volta nel mondo occidentale, a disco rotante.
La moto aveva il cilindro e i carter in magnesio e prevedevano il sistema TT ( terzo passaggio dei gas nel carter) che anticipava di una quindicina di anni tutti gli altri progettisti.
Il propulsore girava a 12000 giri al minuto ma sono sconosciuti dati di potenza e coppia.
Lo scarico era una espansione a doppia conicità e è da considerare che le più o meno contemporanee blasonatissime Rumi montavano dei tromboncini non proprio ideali per un due tempi.


 Da punto di vista estetico non è possibile non notare la somiglianza con la Norton 500 detta "Flat" (in pratica una Manx con il cilindro orizzontale); del resto Parrilla si era sempre ispirato per la livrea delle sue moto sportive alla casa Inglese.