CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



venerdì 26 aprile 2013

Honda CB 500 Four Scrambler by Willy Alonzi



La  Honda CB 500 Four , immessa sul mercato nella primavera del 1971, fu subito un successo.

La nuova pluricilindrica della “famiglia Four” non voleva essere una copia in piccolo della veloce e potente sorella maggiore, la CB 750 Four, quanto invece una moto completamente nuova, diversa dalla 750 tranne che per il numero dei cilindri e per il gentile sibilo del motore.

Di lei si è già detto e scritto tutto; inutile ricordarne ancora una volta pregi, difetti e peculiarità.

Insieme alla sorellona ha segnato un’epoca.

Da un po’ di tempo le CB 500 stanno vivendo una seconda giovinezza, apprezzate da un pubblico che, stufo dell’orgia di cavalli e chilogrammetri espressi dalle “armi letali” immesse sul mercato dai vari costruttori, va riscoprendo il sapore autentico della motocicletta.

Non mancano ovviamente le elaborazioni “da sparo” destinate alla pista, del tipo di quelle che prepara con grande senso estetico e competenza tecnica Peppe Battisti, ma sempre più motociclisti le restaurano riportandole alle condizioni originali.

Qualcun altro vuole crearsi un mezzo unico conforme al proprio senso estetico e all’uso che della sua cavalcatura vuol farne.

Willy Alonzi, responsabile tecnico del Techno Racing Team, ha sviluppato sulla base della mezzo litro nipponica questa “Scrambler” dal sapore molto “british”; del resto le CB Four erano ampiamente ispirate alle moto britanniche dell’epoca.

Non è stato effettuato nessun intervento radicale sulla ciclistica, telaio sospensioni e freni sono quelli di serie e non sono state alterate le quote ciclistiche.

 Il motore ha subito una leggera elaborazione con la sostituzione del blocco cilindri/pistoni maggiorati (per una cubatura totale di 600 cc) e sono stati montati, adattandoli, quattro carburatori di derivazione Kawasaki.

Lo scarico è un quattro in quattro con tromboncini verniciati in nero e controconi in alluminio lucidato.

L’assenza di compensatore può dare problemi nei transitori ma vuoi mettere l’aspetto racing?


Il serbatoio è quello stock aerografato con un logo che ricorda quello Norton, la sella è stata completamente rifatta in stile Wrenchmonkees, il parafango posteriore è stato sostituito con un’unghia in vetroresina, i cerchi  e il manubrio da cross sono stati verniciati di nero, e il faro è stato dotato di una griglia parasassi.
La strumentazione prevede solo un piccolo tachimetro.

 



I minimalisti indicatori di direzione e il gruppo ottico posteriore di gusto “custom”sono di provenienza aftermarket.

Ora Willy sta lavorando su una CB 750 “total black” con parti in composito.

Aspetto con ansia.