CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



lunedì 1 febbraio 2010

Yamaha TRX 850 by 20.000 Pieghe

Non ho idea di quante persone leggano le mie divagazioni sul tema delle due ruote. la Mamma? No, ha quasi ottanta anni e non sa usare il piccì. Sicuramente non i miei figli.
Forse quei quattro o cinque che mi vogliono bene e quelli, sicuramente molto più numerosi, che scommettono sulla quantità di cappellate che riesco a mettere insieme in un solo post.
Un sondaggio però voglio tentarlo ugualmente: qualcuno ricorda la Yamaha TRX 850? Nessuno, eh?

Tranquilli, probabilmente non la ricordano nemmeno a Iwata.
Sbagliato, sicuramente la ricordano bene.
Uno dei più clamorosi flop della casa dei tre diapason.
Da qualche parte negli uffici di marketing ci sarà sicuramente scritto a ideogrammi cubitali qualcosa che suona più o meno come "memento TRX".
Tutto sommato non era nemmeno troppo brutta.
I Nippo avevano deciso di costruire l'anti Monster, avevano preso e vitaminizzato - 73 Cv - il bicilindrico fronte marcia della TDM (cambiando perfino il diagramma di fasatura per avere una sonorità allo scarico simile a quella di un bicilindrico a "L"), lo avevano infilato in un bel telaio a traliccio, avevano disegnato una carrozzeria un po' tozza ma curata come solo loro sanno fare, le avevano messo su una bella mezza carena che faceva tanto Ducati 750 SS anni '90.









Sulla carta la moto aveva tutti i numeri per diventare un "best seller".
Già....sulla carta.
Anche io la avevo relegata in un cassetto fuori mano dell'anticamera del dimenticatoio e ci ho messo un po' per capire che accidenti di base avessero usato quelli di 20.000 pieghe per realizzare la splendida special che si faceva ammirare nel loro stand al Bike Expo'.
Certo, ci vuole un bel coraggio per montare un set di sospensioni "full Ohlins" ( il color oro è quanto mai azzeccato considerando che quegli oggetti si acquistano a quotazioni da gioielleria) su una moto dallo scarso valore commerciale come la TRX ma qualche rotella fuori ordinanza è ordinaria amministrazione nel cervello dei tuner.
Quindi...forcella ad attacco radiale e mono Ohlins; cerchi e freni del CBR; forcellone lucidato con aggiunta di capriata superiore di rinforzo; serbatoio stock; codone ancora di derivazione CBR; coppia di scarichi alti Arrow; cupolino con due faretti poliellissoidali sovrapposti; strumentazione digitale; manubrione alto e largo; una bella "pittata" di rosso e argento.
Quattro righe per compendiare un lavoro egregio e un risultato eclatante.










La moto originale aveva un bel tiro e quote ciclistiche che le facevano prediligere il misto stretto; è facile immaginare quindi che goduria guidare un esemplare così attrezzato su un percorso tipo Passo della Futa.
Roba da dare del filo da torcere alle supermotard.

Sì, un gran bel lavoro.
Condita con un pizzico di follia visionaria la ricetta TRX avrebbe avuto forse un futuro diverso.
Meditate, Giapponesi, meditate.
Un appunto però devo muoverlo: tanta moto avrebbe meritato qualcosa in più dello "specchione" retrovisore preso in prestito da un TIR.