CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



lunedì 4 febbraio 2013

Variazioni sul tema: Moto Guzzi NF Nuovo Falcone 500



Ogni tanto mi capita di andare a curiosare tra le statistiche di Blogger, così, tanto per rendermi conto di che cosa interessa di più quelli che hanno la bontà e la pazienza di leggermi.
Gli articoli più cliccati sono senz’altro quelli che trattano delle Moto Guzzi: T5, SP1000 e Falcone. In questo ordine.
Del Falcone ho scritto una sola volta dopo aver potuto ammirare la moto di Marucci eppure quell’unico post resta tra i più gettonati.
T5 e SP1000, vabbuò, sono classici intramontabili ma il Nuovo falcone 500?
Benchè sia stato un best seller con oltre sedicimila unità prodotte, ha, almeno nella versione standard lo stesso appeal di un carciofone.
Niente a che vedere con il suo illustre ed elegante predecessore.
Nel 1965 Giulio Cesare Carcano e Umberto Todero decisero di aggiornare il vetusto Falcone sperando di accaparrarsi le commesse governative e cavare fuori la Moto Guzzi dalla crisi finanziaria in cui versava.
Speranza rivelatasi poi ben riposta, tant’è che ancora prima che fosse prodotta erano già state vendute 3000 unità alle varie forze di polizia.


Furono approntate un paio di moto di prova e poi nel 1969 il Nuovo Falcone fu posto in vendita.
Un leggero maquillage all’estetica del monocilindrico, un telaio a doppia culla chiusa, una forcella degna di questo nome e poco altro.
Una moto robusta, affidabile, facile da manutenere ma grossa, sgraziata e con prestazioni al limite della decenza.
498 cc, 26 cavalli, 215 kg di peso, 1450 mm di interasse e 125 km/h: i numeri parlano da soli.
A chi mai potrebbe venire in mente di utilizzare un mezzo del genere per farne una moto sportiva o addirittura per andarci in pista?
A patto di averne, personalmente, mai avrei speso dei soldi per portarmi a casa una moto così.
Anche se vado normalmente in giro con una Honda sono un guzzista “inside” e il mio cuore batte bicilindrico a V di 90° trasversale ma i monocilindrici di Mandello, specie se stradali, sono per me oggetto di curiosità storica o poco più.
Credevo che il buon Marucci fosse stato se non l’unico, almeno uno dei pochissimi a tentare una operazione del genere.


Una breve ricerca sul WEB e scopro che la mia convinzione era del tutto sbagliata.
Di special su base NF 500 se ne trovano a bizzeffe: pistaiole, cafe racers e custom; ce n’è per tutti i gusti.
Una volta spogliata delle orribili sovrastrutture si scopre che l’architettura del telaio non è poi così male e che il cilindrone orizzontale conserva intatto il suo fascino.
Anche i celeberrimi ragazzi di Wrenchmonkees hanno utilizzato il “carciofone” per farne una bella special.
Che dire?
Niente; posso solo apprezzare il lavoro dei preparatori e meditare sulla mia supponenza.