CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



martedì 1 novembre 2011

Gaeta, Sperlonga e Fondi - Itinerario del 1 Novembre 2011

Itinerario del 1 Novembre 2011
Quest’anno il tempo è stato clemente; siamo al primo di Novembre e ancora permette di fare una gita in moto in tutta tranquillità ache se, con ogni probabilità, sarà l’ultima prima del lungo inverno.

Stavolta esco da solo, ho smontato l’utile ma orribile bauletto e messo su l’unghia coprisella.
Per una volta la VFR sarà rigorosamente e anche esteticamente in assetto da combattimento.
La temperatura è gradevole ma andare verso i monti magari è un po’ azzardato; meglio verso il mare.
Meta: Gaeta.
Ho voglia di curve.
Per qualche mese resterò a digiuno e oggi voglio abbuffarmi.
Mi avvio di buon passo verso la Val di Comino e il Selvaggio Borgo Natio, Fontechiari.
Lo supero senza fermarmi, voglio percorrere il Tracciolino, la strada che costeggiando le Gole del Melfa, unisce Roccasecca a Casalvieri; la via più rapida per passare dalla Val di Comino alla Valle del Liri.

Il "Tracciolino"
La strada fu realizzata durante la seconda guerra mondiale per rifornire il fronte di Cassino e praticamente non ha rettilinei.
Trecentoquarantotto curve in poco più di dodici chilometri.
È stretta, teoricamente chiusa al traffico e con un fondo in condizioni scadenti ma il paesaggio è maestoso e di una bellezza selvaggia.
Un toccasana per lo spirito.
Da Roccasecca prendo la strada che porta verso il mare passando per San Giovanni Incarico e Pico.
La strada è sinuosa, larga e con un ottimo fondo.
Ci sarebbe da divertirsi se il traffico permettesse di aprire la manetta, in pratica non c’è passo carrabile, incrocio o confluenza da dove non sbuchi qualcuno non sempre rispettoso delle precedenze.
Vado via allegro ma assolutamente vigile e pronto a effettuare manovre di emergenza.
Passato il bivio per Lenola la strada si arrampica tortuosa verso i 700 metri circa del Monte Fusco con in cima il Santuario della Civita.

Da Lenola Verso il Monte Fusco
Qui non ci sono incroci e si può aprire il gas senza patemi.
Lampeggi nervosi nello specchietto; immediatamente dopo una coppia di motociclisti, uno con una Varadero e l’altro con una MV Brutale, mi fanno il pelo.
OK, se volete la guerra….scalo due marce e mi metto in caccia.
La Varadero la infilo alla prima staccata ma la Brutale è tutt’altra storia.
La VFR è un ottimo compromesso tra una sportiva e una tourer ma la MV è stata pensata e costruita per il misto stretto; riesco a tallonarla abbastanza da vicino ma di passarla non se ne parla nemmeno.
In inserimento riesco a starle alla ruota ma da metà curva in poi va via con una fluidità e una progressione disarmanti.
Troppa la differenza di cavalli e di ciclistica e il tizio che la guida sa il fatto suo.
Comunque non sfiguro, il massimo distacco sarà stato un centinaio di metri.
Arriviamo in cima in un baleno; della Varadero si è persa ogni traccia.
Mi fermo al Santuario; è il giorno di Ognissanti e almeno un Pater, Ave e Gloria va recitato.
La chiesa invita al raccoglimento e prego con tutto il cuore.
Torno sulla terrazza prospiciente la chiesa; peccato che la giornata non sia limpida altrimenti sarebbe stato possibile vedere Ischia da una parte e il Circeo dall’altra.

Dal Santuario della Madonna della Civita
Anche così però il panorama è da mozzare il fiato.
Mentre torno sulla statale, in uscita di curva, trovo del ghiaietto sulla carreggiata e la moto si intraversa; la tengo su ma la manovra d’emergenza mi provoca una fitta terribile al pollice e al polso destro.
Mi fermo e aspetto che il dolore si calmi sperando che la cosa non mi rovini la giornata.
Appena il dolore diventa tollerabile inizio a scendere verso Itri godendomi il panorama, lasciando correre la moto e smaltendo l’adrenalina dell’ ingarellamento e della sbandatona.

Itri
Da Itri a Gaeta c’è pochissima strada da fare però a velocità rigorosamente codice; ci sono autovelox dappertutto.
Gaeta è come sempre bellissima.
Parcheggio la moto e passeggio godendomi il mare e il tepore del sole.
Una sigaretta ci starebbe alla grande ma ho smesso di fumare… a volte essere virtuosi è molto faticoso; mi accontento di un caffè ma il vizio in questo momento mi manca.

Gaeta - La Rocca

Gaeta - Il Porto


Gaeta - Svorcio verso Sperlonga
Prendo di nuovo la VFR e salgo verso la Montagna Spaccata e la Grotta del Turco ma non è orario di visite e allora via verso Sperlonga.
Non voglio perdere tempo in un ristorante per cui mi accontento di un pessimo e untissimo panino con salsiccia e broccoletti comprato da un paninaro parcheggiato su una piazzola sul mare.
Finalmente Sperlonga.

Sperlonga
Questo paese arroccato sul promontorio con i suoi vicoli, le scale, gli scorci improvvisi sul mare azzurrissimo, i muri verniciati di bianco e colori pastello da sempre mi mette in pace con me stesso.

Sperlonga

Sperlonga - La spiaggia

Sperlonga - scorcio con bouganvillea

Me lo godo bighellonando su e giù per le stradine per una buona mezzora.
Ho letto da qualche parte che Fondi, un paesone vicino Sperlonga, ha un quartiere ebraico detto “La Giudea”.
Ho appena visitato il ghetto di Praga e l’idea di visitarne un altro mi stuzzica.
Il quartiere ebraico, mai definito ghetto dagli abitanti, si distingue dal resto del centro storico per tipologia edilizia e concentrazione abitativa ma mancano del tutto i riferimenti alla religione ebraica.
Neanche la “Casa degli spiriti”, la vecchia sinagoga, in Piazza dell’Olmo Perino solletica più di tanto la mia fantasia.

Fondi - Ingresso alla Giudea
Tuttavia vale assolutamente la pena di visitarlo; c’è atmosfera.
E’ ora di avviarsi verso casa, con l’ora solare fa buio prestissimo e con il calare del sole la temperatura si abbassa sensibilmente.
Mi avvio senza forzare, la stanchezza comincia a farsi sentire e il dolore al pollice si sta riacutizzando.
Da Lenola prendo verso Vallecorsa, i primi chilometri con la strada che si arrampica a picco sul mare sono uno spettacolo da non perdere.
Peccato per la foschia che oggi non è mai completamente scomparsa.
La strada fino a Castro dei Volsci è un misto veloce assai intrigante con fondo discreto; se il polso non mi facesse male sarebbe da fare belli sparati e invece mi limito a un allegretto con brio.
Il resto del percorso di rientro è senza storia.
Come prevsito sta facendo buio e inizia a far freddo.
Una giornata piacevolissima strappata all’autunno.