CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



mercoledì 2 gennaio 2008

TUNING MOTO - Moto Guzzi NUOVO FALCONE 500

Tuning.
Una volta si parlava di moto truccate.
In genere le modifiche apportate erano destinate ad aumentare le prestazioni o a cercare di tenere in strada mezzi dalla ciclistica quantomeno approssimativa.
Poi la tecnica ha fatto passi da gigante, le moto sono tutte più o meno stabili, i freni hanno una funzione non solo decorativa, l’affidabilità è pressoché perfetta.
La taroccatura delle moto si è spostata quindi progressivamente sull’estetica.
Eggià, con l’aumentare delle prestazioni e dell’affidabilità le moto hanno finito per assomigliarsi in modo preoccupante.
C’è poco da inventarsi una volta fatte le scelte tecniche di base.
Forcella a steli rovesciati, ruote in lega, pinze freno ad attacco radiale, telaio perimetrale in alluminio pressofuso, scarico sotto la coda, sospensioni progressive, aerodinamica spinta.
L’uniformità estetica è preoccupante.
Allora c’è chi per distinguersi – il tuner è fondamentalmente un esibizionista – porta la propria moto in un “atelier” alla moda dove per la modica cifra di un migliaio di milioni di euro le viene confezionato un abito su misura con impunture in titanio e bottoni in carbonio e chi, più semplicemente, mette mano a flessibile e saldatrice e con i mezzi a disposizione plasma la propria creatura.
Il definizione che mi piace di più per questa tipologia di mezzi è “Garage Bike”.
All’ultima rievocazione storica del Circuito di Monte Mario tra moto storiche, restauri professionali, pezzi unici, special da mille e una notte ce ne era una che mi ha colpito particolarmente.
Base: Moto Guzzi Nuovo Falcone 500 di provenienza Forze Armate. Il telaio è ancora dipinto in verde mimetico.
Cerchi e gomme: Presumibilmente originali.
Freni: A tamburo centrale.
Ammortizzatori: Anche essi presumibilmente originali.
Forcella anteriore: Probabile derivazione Moto Guzzi Le Mans , parafanghino tagliato e cromato. Semimanubri e comando gas rapido.
Motore: Modifiche sconosciute ma il rombo, complice una scintillante e sonora marmitta fish-tail si faceva assolutamente notare.
Carburatore: Dell’orto PHF da 30 mm con tanto di cornetto di aspirazione in alluminio lucido.
Serbatoio: In tecnopolimero di origine sconosciuta ma ho il sospetto che sia quello di una Benelli 750/6 ultimo tipo con tappo a vite rosso ( di probabile derivazione trattoristica o motozappistica ) in netto contrasto con il verde opaco della verniciatura tipo Guzzi da competizione anni 40/50.
Sella: Monoposto con adattamento del telaietto posteriore per luci e targa.
Cruscotto: Minimale in legno (che fa’ tanto old british) con integrati gli strumenti circolari di una V7 e lucine spia. Blocchetto di accensione spostato sotto il serbatoio ( sulla chiave era attaccato un nastrino rosso con la scritta “Remove before flight”…ottimista! ). Indicatori di direzione assenti. Specchio retrovisore di provenienza scooteristica.
Faro originale e piccolo plex fumè.
Il proprietario, con il quale non sono riuscito a parlare, è stato visto in giro sgasando orgoglioso del proprio mezzo.
Giustamente orgoglioso.
Ego soddisfatto, spesa minima, attenzione in ogni caso assicurata…che sia questo il vero spirito delle Cafè Racer prodotte autarchicamente in garage?
A me è piaciuta.
Con un sorriso tra il divertito e l’affettuoso, faccio un plauso al proprietario.


C'è un seguito a questo post.
Fui contattato da Dino Marrucci proprietario del Falcone che mi confermò l'origine del serbatoio -Benelli 750 Sei - e mi inviò alcune foto dei lavori effettuati sul motore del Falcone.
In particolare quelli relativi all'aumento di cilindrata e di sostituzione dell'albero a cammes.
Per qualche motivo la posta di Dino mi sfuggì e le foto sono restate per lungo tempo in una mail mai letta.
Le pubblico ora chiedendo scusa a Dino per la mia disattenzione.


Marrucci ha un garage di tutto rispetto di cui mi ha inviato alcune foto.
Complimenti, Dino.