CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



lunedì 29 ottobre 2012

Ritratti in bianco e nero: Attilio Roccatani



Se l’Emilia Romagna è la “Terra del mutor”, quel lembo di terra a sud della Ciociaria e ai confini con l’Abruzzo è sicuramente la Terra dei motociclisti.
Orlando Fusco, ducatista da sempre e ciociaro DOC, ha provato a censire le Ducati storiche presenti nel territorio arrivando a contarne quasi centocinquanta.
Considerando che il territorio conta circa settantamila anime, beh…i numeri parlano da soli.
Poi ci sono le Ducati moderne, le Honda, le Guzzi e così via.
In pratica non c’è famiglia nel cui garage non sia presente una due ruote a motore.
Questo è certamente merito delle nostre strade, della contiguità con il Parco Nazionale di Lazio Abruzzo e Molise e ancora di più merito della passione e dell’impegno dei Concessionari storici.
Tutti in quel di Sora.
La famiglia Scarpetta per le Honda; la famiglia Chech, ora dispersa, concessionaria Piaggio-Gilera per quarant’anni; la famiglia Roccatani, per più di mezzo secolo punto di riferimento per i motociclisti ciociari con concessioni per Moto Guzzi, Ducati, Parilla, BSA e così via.
Proprio a Attilio Roccatani voglio dedicare questo breve “amarcord” ora che, dopo la morte prematura del figlio Enrico e il disimpegno dall’attività di concessionario del nipote Attilio, il testimone è passato in mani meno degne.
Oh, per carità, non me ne vogliano i nuovi concessionari che però, pur essendo dei personaggi di cui non è assolutamente possibile parlar male, sono soltanto o quasi dei commercianti di motociclette.


Il Sor Attilio era innanzitutto un motociclista con all’attivo brillanti trascorsi sportivi, di vasta esperienza e sempre prodigo di consigli con tutti quelli che frequentavano la sua “bottega”.
Un po’ della mia passionaccia è anche merito suo; nel tragitto casa scuola passavo regolarmente lì davanti e altrettanto regolarmente mi fermavo qualche minuto a ammirare le moto esposte sognando di poterle cavalcare un giorno.
Abituato al mio Gitan 50 Regolarità le V7 e le bicilindriche Ducati mi sembravano enormi e fantasticavo di veloci cavalcate su quei “mostri”.
Attilio Roccatani, classe 1886, era uno sportivo a tutto tondo; ginnasta, podista e ciclista aveva incontrato la moto, una Rudge Multi, sugli altipiani di Asiago durante la prima guerra mondiale dove aveva servito appunto come portaordini motociclista.
Disputò la sua prima gara nel 1923 con una Indian 1000, preparata da lui e con l’ausilio del meccanico Emilio Rosati, al Circuito delle Tre Fontane a Roma classificandosi secondo.
Forte di questo successo acquistò una Sunbeam 500 modello 11 e ben presto divenne pilota ufficiale della casa e compagno di squadra di gente come Achille Varzi e Valerio Riva.

 

Fu rivale in gara e amico per sempre nella vita con Tazio Nuvolari.
Nel 1924 si classificò terzo al Gran Premio di Pasqua dietro a Gianni Battaglia e Achille Varzi.
Al Giro d’Italia del 1924 si classificò primo nella categoria “esperti” ex aequo con Arcangeli, Maffeis, Nuvolari.
Ancora nel 1924 è secondo al Circuito di Tortona dietro il solito Nuvolari.
Ancora primo nella Coppa degli Abruzzi, nel Circuito del Liri e quarto nel Circuito dei Campi Flegrei.
Nel 1925 terzo nel circuito di Monte Mario a Roma; primo al Circuito di Brescia; secondo al Circuito dei Campi Flegrei; primo al Circuito del Fucino; Primo al Circuito di Spezia; primo al Circuito del Liri.
Nel 1926, alla guida di una Frera fu coinvolto in un brutto incidente con Maffei e Galli in cui quest’ultimo perse la vita mentre Roccatani rimediò un paio di brutte fratture.
Nel 1927 alla guida di una Moto Guzzi 250 ufficiale vinse sul circuito di Perugia e fu terzo nel Circuito Ostiense.
Nel 1928 appese il casco al chiodo e si dedicò alla sua attività commerciale come concessionario Moto Guzzi e BSA.

Circuito di Monte Mario 1924
 
 
 


Durante la seconda guerra mondiale fu richiamato dalla Milizia Stradale dove pilotò una Guzzi 500 Condor ritirata dalle corse e mutuata al servizio civile.
Dal 1945 al 1948 fu in Belgio come collaudatore della Sarolea; dopodiché si dedicò ancora una volta alla sua attività commerciale.
Scompariva nel 1980 all’età di 94 anni.


A me piace ricordarlo ottantenne alla guida della sua Ducati 175 Speciale.
I Roccatani non si occupano più di motociclette ma i semi che Attilio e Enrico hanno gettato hanno dato molti buoni frutti; noi motociclisti ciociari ne siamo la prova.