CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 21 maggio 2009

DUCATI DESMOSEDICI RR

Dopo aver tanto letto di lei, dopo averne tanto sentito parlare, dopo tanto averla vista vincere, ecco Sua Maestà la Desmosedici RR.
La incontro da un concessionario Ducati.
Se ne sta sul cavalletto altera e indifferente, conscia della propria bellezza.
Non ha bisogno di dimostrare niente, non ha bisogno di stupire.
Esiste.
Punto.
Una scritta piccolina sulle carene, niente altro.
E’ più bella di quanto appaia in foto, esprime potenza, agilità, velocità anche da ferma.
Componentistica di prim’ordine.
Forcella, mono e ammortizzatore di sterzo Olhins, impianto frenante full Brembo e quanto di meglio possa esistere nella componentistica.
Lusso sfrenato.
Del 4 cilindri a Elle 16 valvole con comando desmodromico sappiamo ormai tutto.
Sotto le carene si intravede appena l’oro dei carter in magnesio.
Quello che altri ostenterebbero viene maliziosamente celato dal succinto vestitino rosso.
Vedo, non vedo…la vecchia semplice regola base della seduzione.
Gran mossa di strategia commerciale quella della Ducati.
Edizione limitata, 60000 - diconsi Euro Sessantamila/00 – per portarsela a casa, per metterla in garage, in salotto, in una teca di cristallo blindato o ovunque si possa mettere qualcosa di tanto prezioso. E’ nato un nuovo oggetto del desiderio.
Sono bravi quelli di Borgo Panigale, nel giro di un paio di decenni hanno creato uno stile.
Lo stile Ducati.
Onore al merito.
I ducatisti - quelli per cui la moto è uno status symbol - sono belli, sono eleganti, hanno moto perfette, pulite, lucide, senza un graffio.
Vestono griffato, abbinano con gusto i colori, non hanno niente di raffazzonato.
Sono una razza superiore.
Anche solo per andare al bar indossano tute di pelle bianco/rossa, casco Arai in tinta, guanti e stivali del merchandising Ducati.
Certi ducatisti sono antipatici.
Antipatici come tutti i primi della classe.
Come tutti gli snob.
Sono un cane sciolto, un nemico giurato del “politically correct” e delle divise.
Lascio la Desmosedici e risalgo sulla vecchia e fida VFR un po’ ammaccata che porta i segni delle sue diciotto primavere.
Spalanco il gas e penso sorridendo che ho sotto il culo un altro 4V sedici valvole che non mi impone altro che essere quel che sono.