CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



martedì 2 giugno 2009

Ducati Pantah 854 by Orlando Fusco

Martedì 2 Giugno 2009
E piove ancora.
Avevo già pregustato una giornata tra le curve e i panorami dell’Umbria e invece devo ancora portare pazienza.
Approfitto di una schiarita per fare un salto al selvaggio Borgo natio.
Manco da tanti anni ma mi ci sento sempre a casa.
Staziono al bar in piazza chiacchierando con uno zio appena tornato come ogni anno dagli States, incontro vecchi amici, si parla di politica e di lavoro.
E’ abbastanza normale, domenica prossima si vota.

In un paese come il mio che conta ben seicento votanti ci sono addirittura tre liste per altrettanti aspiranti sindaco e la campagna elettorale è in pieno fermento, la stagione della caccia al voto è al suo culmine.
C’è anche Orlando Fusco.
Va via prima di me.
Scendendo lo incontro di nuovo davanti alla sua officina e mi fermo per dare un’occhiata alla moto che ha sostituito nelle gare la troppo preziosa Ducati 750 SS di cui ho già scritto.
Orlando non è un meccanico o un semplice pilota, è un professionista prestato alle corse per moto classiche.
O forse il contrario.
Tra un progetto e l’altro prepara le moto con cui corre.
E’ sponsor di se stesso e meccanico di se stesso, i soldi per le corse arrivano dal suo lavoro e i risultati arrivano dalla sua competenza e dalla sua passione.
Uno degli ultimi gentleman driver, una razza in via di estinzione.
Ora ne ha fatta un’altra.







La base è una Ducati Pantah 600, la capostipite di tutte le Ducati moderne e il primo bicilindrico a “L” non progettato da Taglioni ma realizzato secondo le sue linee guida.
Ovviamente è stato modificato tutto quanto era modificabile pur restando nei limiti del regolamento della FMI.
La Pantah ha vinto il trofeo FMI Endurance Classic Bike 2008 e quest’anno si presenta più agguerrita che mai anche se la stagione non è iniziata benissimo.
Non sono state apportate modifiche al telaio che è quello standard con il solo telaietto reggisella accorciato.
Immutati quindi i valori di interasse e avancorsa.
La ciclistica prevede la forcella di serie con i pompanti modificati da Orlando stesso con parti in teflon per migliorare la scorrevolezza, una coppia di ammortizzatori Bitubo regolabili al posteriore, il cerchio anteriore è in magnesio mentre il posteriore è rimasto quello di serie.
Anche il reparto frenante è quello di serie in ossequio al regolamento.
Il serbatoio è quello prodotto da mamma Ducati ma sono stati aperti due coreografici ed efficaci oblò con cornice in alluminio lucidato per il controllo rapido del livello carburante ed è stato modificato nella parte inferiore per imbarcare circa tre litri in più di benzina rispetto a quello standard. Il codone è in resina e rispetta la linea di quello originale.
Non c’è più la semicarena della stagione 2008 ma una integrale prelevata da un Ducati F1.
Anche lo scarico è stato cambiato.
Invece dei due tromboncini, uno alto e uno basso, c’è ora una coppia di scarichi cilindrici collegati a collettori che passano alti sul lato sinistro della moto.
Lo scarico basso della stagione 2008 veniva regolarmente “piallato” a ogni gara – in una delle foto si vede come finiva ridotto a testimonianza della possibilità di piega - ma a me piaceva di più.
Le vere novità però sono tutte nel motore, la cilindrata è salita a 854 cc. con l’adozione di cilindri e pistoni prodotti da Bucci di torino – la modifica ha costretto Orlando a abbassare l’alettatura lato distribuzione di 12 mm e a inventarsi una staffa esterna in alluminio per ospitare il tendicinghia – testate lavorate con condotti raccordati e lucidati, valvole maggiorate, assi a camme speciali, bielle forgiate, albero motore alleggerito e equilibrato e tutta la cura possibile nell’assemblaggio.
La cura e la passione risultano evidenti in ogni particolare – la campana della frizione sembra un pezzo di oreficeria – tutto è finalizzato alla ricerca della prestazione ma ordine e pulizia regnano sovrane, ogni particolare è pensato e realizzato con la massima cura e rifinito come solo chi ama ciò che fa sa fare.
Orlando confessa che per la prima volta in vita sua deve fare attenzione all’apertura del gas perché la Pantah va su in tutti i rapporti.
Come al solito è inutile chiedergli rilevazioni strumentali di coppia e potenza, il suo motto è sempre lo stesso: … se sto davanti agli altri va tutto bene altrimenti c’è ancora del lavoro da fare.
In bocca al lupo.
Le foto della Ducati 387 in corsa e della foto ricordo sono tratte dal sito di animaguzzista.it

Domenica 1 Maggio 2011

Tempo poco propizio per una passeggiata in moto; per una volta è meglio usare l'auto.
Mi capita di passare davanti all'officina di Orlando Fusco.
E' aperta e Orlando sta provando sul cavalletto il Pantah 854 che intanto ha continuato la sua evoluzione.
Il rombo è ovviamente assordante ma piacevolmente armonioso..."pastoso", come dice il preparatore.
La Ducati ha continuato la sua evoluzione, il serbatoio è ora in resina epossidica e presenta la solita striscia non verniciata per la verifica del livello carburante, lo scarico è diventato un due in uno a passaggio alto molto più aggraziato del due in due montato in precedenza, gli ammortizzatori sono ora dei classicissimi e efficaci Koni a doppia regolazione e i cerchi quelli a tre razze sdoppiate del Kawasaki GPZ (risparmio in peso di circa 8 kg rispetto agli originali Ducati).
Diversa la sospensione anteriore che ora ostenta degli adattatori per l'ancoraggio delle pinze.
Anche la colorazione è cambiata, passando dal rosso al grigio del Pantah factory.
La meccanica continua a essere affinata e migliorata - non per niente la 854 è la Ducati più veloce del campionato Endurance e quella che rompe meno.




Domenica 22 Maggio 2011

Al pomeriggio mi capita di passare di nuovo davanti all'officina di Orlando.
Lo vedo che traffica con il Pantah che ha un non so che di diverso.
Mi fermo per un saluto.
La moto è in partenza per l'Endurance Classiche di Cartagena in Spagna; la gara si svolgerà in notturna e quindi la Ducati è stata equipaggiata con fanalino posteriore e coppia di fari anteriori.
I fari, di derivazione Guzzi, sono piccoli e integrati nella carena.
E' ovvio che avrei preferito una coppia di faroni esterni Hella o Cibie ma l'aerodinamica ha le sue leggi.
Orlando ha montato di nuovo lo scarico due in due a passaggio alto sul lato sinistro di qualche tempo addietro più adatto a suo avviso - non ho motivo di dubitarne - al tipo di gara che lo aspetta.
Anche il motore è stato fatto oggetto di cure accurate e ora ha raggiunto la ragguardevole cilindrata di 982 cc. e prestazioni che hanno richiesto il cambio della corona non essendoci più spazio nel carter per un pignone con più denti di quello attualmente montato.
Non c'è stato tempo per un test in pista e Orlando confida nella sua esperienza.
Mi sarebbe piaciuto accompagnarlo in Spagna ma il lavoro non mi permette digressioni.
Però gli ho dato la mini telecamera che avevo acquistato qualche tempo fa per fare delle riprese "on board".
L'autonomia dell'oggettino e di circa 90 minuti.
Vedremo cosa ne verrà fuori al suo ritorno.