CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



lunedì 5 marzo 2012

Sabato 3 Marzo 2012 – Giornata di prove a Vallelunga - Prima Parte

Il Team Fusco mi ha procurato un pass e non mi sono fatto scappare l’occasione di passare una mattinata ad assaporare il clima delle prove del 24° Trofeo di apertura a Vallelunga che prevede cinque classi al via: 125 SP, 600 Stock, 600 Open, Open e le mie preferite, le “vecchiette” del Gruppo 5.
Ho preferito andare alle prove perché partecipanti e i team sono più rilassati e disposti alle chiacchiere che il giorno della gara.
Tralascio le moto moderne, sono bellissime, curatissime, velocissime, ipertecnologiche ma sono affascinato dalle meccaniche di qualche decennio fa, dai carburatori, dai freni a tamburo, dalle forcelle tradizionali, dal sound vintage dei terminali aperti e delle espansioni dei due tempi..
Uno, due, tre e quattro cilindri che hanno rappresentato un pezzo di storia importante del motociclismo e che a dispetto degli anni conservano intatto tutto il loro fascino e la loro riconoscibilità.
Nessuno che abbia un minimo di passione per i mezzi a due ruote ha mai dimenticato le Ducati mono e bicilindriche, le Moto Guzzi, le Honda Four, le Triumph Trident, i Kawasaki triple, le Matchless G50 e tante altre.
Il tempo anzi ha alimentato e ingigantito le leggende sulle loro peculiarità: velocità, stabilità, accelerazione, inaffidabilità e pericolosità.
Sono un inguaribile nostalgico, che posso farci?



La Bimota KB1 è a mio avviso una delle più belle moto prodotte dalla Casa Romagnola, espressione di potenza e razionalità progettuale.
Il telaio sembra abbracciare stretto il motorazzo della Kawa 900 per non farlo scappare via.



E' meglio evitare di portare ai box bambini e cagnolini, potrebbero cadere facilmente nei terminali di queste due belle Ducati 450.


Curatissima Ducati 750 Corsa Corta 1973 - lo stesso motore e lo stesso telaio che permisero a Paul Smart di vincere nel 1972 a Imola dando inizio al mito Ducati - serbatoio e codone in alluminio, accensione spostata all'esterno e scarico alto clamoroso.

Due begli esemplari di Ducati Pantah.



La Honda 500 Four nacque come elegante moto da passeggio, curata, ben rifinita e con organi meccanici surdimensionati come la tradizionale solidità e affidabilità della casa vuole. Queste stesse caratteristiche l'hanno fatta diventare una ottima base per una una efficace belvetta da competizione.


La Honda CR 450 è derivata dalla CB 450, presentata nel 1965, che fu la prima Honda bicilindrica di alta cubatura (444 cc). Aveva una potenza di circa 45 cv e quindi potenza specifica di oltre 100 cv/litro e uan velocità massima di 180 km/h.
Aveva tutta una serie di caratteristiche che la distinguevano nettamente dalla concorrenza inglese: il doppio albero a cammes in testa, il carter diviso orizzontalmente e le valvole con barre di torsione in acciaio invece delle classiche molle cilindriche. Nelle versioni corsaiole si è sempre fatta onore in circuito specie nel campionato AMA.

Kawasaki H1 R
Kawasaki H2 R



Kawasaki H1 R

Kawasaki H2 R



La Kawasaki 500 H1 R ra la versione da competizione della tricilindrica due tempi stradale con la quale aveva molte parti in comune.
 Rabbiosa e potente aveva nel telaio e nel baricentro alto i suoi punti deboli.
debuttò nella 200 miglia di Daytona condotta da Ginger Molloy classificandosi al sesto posto.
Di Molloy fu il giro più veloce a 257 Km/h di media.
La Kawasaki H2 R era derivata dalla H2 stradale da 750 cc e era stata progettata per vincere la solita 200 Miglia di Daytona - la vittoria in questa gara avrebbe aperto le porte all'immenso mercato americano - ma la moto non seppe dare i risultati sperati. Benchè avesse 25 cavalli più della H1R era ancora meno potente delle Honda e delle Triumph Trident.
Ebbe come pilota anche un certo Paul Smart che con lei vinse una gara in Canada.

Segue...