Dopo che ebbi pubblicato l’articolo sulla Guzzi 750S su Motospecialart fui contattato per interposta persona da Luca Viola.
Luca è un gentleman driver, uno che ha la moto nel sangue.
Collabora da tempo con Bimota e con la sua organizzazione Run X Fun organizza corsi di guida sicura su strada e in pista, oltre a corsi avanzati di pilotaggio presso i circuiti di Misano, Adria, Magione, Mugello, Isam.
<<…quella è la mia Guzzi, quella che ho costruito io, quella con cui ho corso a Daytona nel 1997…>>
Ci incontriamo a Roma per “Fuoridigiri”, mi fornisce un po’ di materiale fotografico e mi racconta la storia della moto.
<<…non avevo mai valutato le Guzzi come moto per correre abituato come ero alle Ducati ma quando capitò l’occasione decisi di metterne su una che andasse davvero forte…>>.
Il telaio è quello di una V7 Sport del 1972, il forcellone quello di una Le Mans I – il più corto di tutta la produzione Guzzi, il cannotto di sterzo è stato tagliato e riposizionato per avere una inclinazione di appena 22° e una avancorsa di soli 88 mm, il reparto sospensioni conta su una coppia di Koni a doppia regolazione ( a Daytona ne furono montati due con molle di taratura diverse in quanto si gira sempre dallo stesso lato e Luca non è esattamente un peso piuma ) e su una forcella Ceriani GP da 38 mm montata su piastre di provenienza Ducati Pantah con avanzamento degli steli di 35 mm.
A proposito della forcella Luca racconta che di averla comprata da Forcelle Italia – che aveva appena rilevato in blocco il materiale giacente nei magazzini della Ceriani – per circa 700.000 delle vecchie lirette.
La forcella era verniciata di nero e solo dopo averla montata si accorse che dalla vernice scrostata spuntava l’oro del magnesio. Infatti nelle foto scattate a Daytona si vedono ancora i residui della verniciatura sul prezioso metallo.
Davvero uno splendido acquisto!
I cerchi sono degli Akront in alluminio a bordo rinforzato con canale da 2,75” con pneumatico 110/80/18 davanti e 3,50” dietro con gomma 4,50/18.
Al posteriore c’è il mozzo originale Guzzi mentre all’anteriore il cerchio è montato su un mozzo in elektron di derivazione Honda GP.
Una vera chicca.
I freni sono dei Brembo da 300 mm. con pinze sempre Brembo a doppio pistoncino contrapposto.
Il serbatoio è quello originale della V7 Sport, la sella e l’imbottitura sono opera di Gianni Ramini, il cupolino è quello di un Ducati SS e il contagiri è un Veglia meccanico da competizione.
Tutte le lavorazioni relative alle pedane e ai relativi rinvii, alla scatola del cardano, alle piastre di supporto delle pinze sono di Paolo Dragoni che per una volta si è allontanato dalle sue amate BMW ( poi però ci ha preso gusto e ha preparato anche una magnifica special su base Le Mans I per il fotografo Gianni Galassi ). Il motore è stato preparato da Bruno Scola, indiscusso numero uno nella elaborazione dei twin di Mandello e padre della serie Le Mans quando era a capo del Reparto Esperienze Moto Guzzi, e vanta:
blocco motore della V7 Sport, albero motore riequilibrato e cilindri della LM 850, albero a cammes B10 di Scola, testate della SP1000 per garantire miglior riempimento, valvole maggiorate da 52 e 47 mm rispettivamente per aspirazione e scarico, le molle sono invece quelle rinforzate della Porche 924 in mimonik, i bilancieri sono equilibrati ed alleggeriti, alimentazione con due carburatori Dell’Orto PHM da 40 mm rialesati a 41,8 mm, la frizione alleggerita è dell’olandese Kempen, il cambio a denti dritti di una LM DD e l’accensione Dyna single fire.
Per evitare la grossa batteria a perdere necessaria per le gare di durata, Luca ha montato un alternatore dello spessore di soli 19 mm protetto da una lastrina di plexiglas e una batteria da scooter.
Luca racconta di Daytona: <<…a partire eravamo in sessanta, tenendo sempre il gas aperto e senza problemi di sorpasso, vista la larghezza della pista, superavo man mano quelli che avevo davanti fin quando ho cominciato a crederci. Mi sono trovato, a pochi giri dalla fine, secondo e sentivo ad ogni passaggio l’altoparlante urlare il mio nome in rimonta…>>
La V7 Sport è stata cronometrata a 257 Km/h e ha raccolto lo standing ovation da parte dei 150000 spettatori.
E’ arrivata seconda alle spalle di una Yamaha OW31 due tempi e quattro cilindri, vera moto da GP, finita chissà come tra le derivate di serie e precedendo una Triumph Trident.
La moto è stata poi venduta da Luca Viola al pilota romano Alessandro Giorgio e di qui al nostro Daniele Parravano che ne cura la messa a punto.
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