CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



domenica 15 febbraio 2009

Rievocazione storica del Circuito di Monte Mario

Non mi capita molto spesso di aprire la mia vecchia casella di posta personale preso come sono dagli impegni di lavoro e da mille altri problemi.
Oggi, complice un brutto raffreddore, sono costretto a stare in casa e ho dato una occhiata.
Spam, pubblicità, niente di veramente importante o stimolante.
Trovo anche un messaggio del Moto Guzzi Club Roma che annuncia per il 10 Maggio la sesta edizione della rievocazione storica del Circuito di Monte Mario.
Una volta, credo fosse il 2007, ho partecipato anche io alla rievocazione con la mia Honda CB250T del ‘78.

Allora si teneva non a Castel Sant’Angelo ma a Piazza Risorgimento e non era necessario, come sembra sia quest’anno, essere in possesso della tessera FIM.
Non ho assolutamente nulla contro la Federazione che anzi svolge la sua funzione con lodevole zelo ma operare sotto la sua ala protettrice rende le cose molto più facili dal punto di vista organizzativo e soprattutto da quello della comunicazione.
Evidentemente il Moto Guzzi Club Roma ha trovato molto più comodo rientrare nei ranghi piuttosto che cercarsi da solo patrocini e sponsorizzazioni.
Può darsi che sia giusto così ma per me che sono un “anarchist inside” tutto ciò che è conforme alle regole e svolto negli ambiti canonici perde gran parte del proprio fascino.
Probabilmente la mia razza, quella dei romantici a due ruote, è destinata all’estinzione.
Panta rei.
Da qualche parte deve esserci un CD con le foto di quella giornata.
Frugo un po’ nel marasma caotico dei cassetti della mia scrivania e lo trovo.
Ci sono sia le foto che alcuni appunti .
Data 17 Giugno 2007.


Partii il giorno prima e rimasi a dormire a Roma dalla mia compagna. L' Hondina per quanto ben tenuta è pur sempre una trentenne a cui è preferibile risparmiare i lunghi e veloci trasferimenti autostradali.
Alle 8.30 puntuale a Piazza Risorgimento: iscrizione, colazione offerta dagli organizzatori e compresa nella quota di iscrizione, rilascio dei numeri di gara e giro tra le moto dei partecipanti e dei curiosi.
Gran belle moto e bei personaggi.

C’era la Bianchi targata Roma 1 che fu di Mussolini , un Gambalunga portato dal collezionista Romano Pietrosanti, splendido ottantenne in tuta di pelle rigorosamente nera, che partecipa anche lui con una Gilera Saturno Piuma con carrozzino Longhi. Ci sono le splendide special su base BMW di Paolo Dragoni tra cui la R90S di Mastroleo con il luccicante serbatoio in alluminio. C'è Tittarelli, uno dei grandi costruttori di sidecar, ultraottantenne con spirito da ventenne con una Honda 750 con il carrozzino che ospita la sua gentile Consorte. Ci sono tanti altri splendidi esemplari di Guzzi, Laverda, BSA, Triumph.

C’è anche la mia 850 T5 rossa che vendetti a uno dei membri del Guzzi Club Roma.
Mi spiace un po’ vederla con una brutta rete rossa sulla sella e non certo nelle condizioni in cui la tenevo io.
Qualcuno ha anche pasticciato l’assetto e dubito che ora abbia la stessa stabilità che le avevo conferito.
Avevo sfilato gli steli di 27 mm per compensare gli sforzi torsionali che la ruotina da 16” produceva sulla forcella necessariamente più lunga di quanto sarebbe stata con la ruota da 18"; avevo regolato i Marzocchi a gas sulla massima estensione e sulla massima durezza per caricare quanto più possibile l’avantreno.
Le modifiche, coadiuvate dalla deportanza della carena Stucchi, mi permettevano di affrontare i curvoni in appoggio a gas completamente spalancato in piena sicurezza senza che la moto si scomponesse minimamente e nello stesso tempo la rendevano abbastanza agile anche nel misto stretto. Mi rendo però conto che il nuovo proprietario è venti centimetri più basso e venti chili più leggero di me, che i sanpietrini di Roma non sono paragonabili all’asfalto della provincia e che probabilmente Mauro non ha il mio stesso pelo sullo stomaco.
OK, ora la moto è sua e ne fa ciò che ritiene più opportuno.

La rievocazione era una gara di regolarità nel traffico ordinario.
In pratica si doveva percorrere due volte lo stesso tracciato tenendo una media quanto più vicina possibile ai 50 Km/h.
Non ci era stata comunicata la lunghezza del percorso e quindi il tempo teorico non era calcolabile.
Cinquanta all’ora sembra una velocità ridicola ma tenere questa media nel traffico di Roma, semafori compresi, significa andare via belli sparati.
Alcuni davanti a me andavano davvero forte; vabbè, pensai, vorranno solo divertirsi senza tener conto della media.

Gli stessi me li ritrovai fermi sotto i platani di Piazza Risorgimento nascosti dietro le macchine con gli occhi fissi sugli orologi.
Tutto mi fu chiaro al momento di valutare i tempi per la classifica.
In pratica i piloti, tutti romani, avevano provato il circuito nei giorni precedenti, ne avevano misurato la lunghezza e calcolato il tempo teorico.
Erano partiti sparati e si erano fermati a cento metri dall’arrivo aspettando il momento giusto per rientrare.
Alla faccia della sportività!
Il tempo teorico era 27’ e 36”.
Il primo classificato, un certo Abballe, aveva impiegato 27’ e 31” mentre il quinto 27’ e 53”.
Cosa non si fa pur di mettere una coppa in bacheca!

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