CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



martedì 3 luglio 2012

NORTON DOMIRACER


Il primo bicilindrico Norton fu progettato alla fine degli anni ’40 da Bert Hopwood, già coprogettista dei bicilindrici Triumph.
Il motore venne utilizzato dapprima sulla Dominator 88 da 500 cc e poi affiancato dalla versione 99 da 596 cc .
Il “model 99” rispetto all’88 vantava  il famoso telaio Featherbed progettato dai fratelli McCandless, i tamburi centrali e non più laterali, le teste in lega, un rapporto di compressione aumentato, una potenza di 31 CV e un livello di vibrazioni proverbiale tanto che, nella sua ultima evoluzione, la Commando, in Norton dovettero inventarsi il famoso (o famigerato) sistema Isolastic.



Nel 1960 l’ingegnere capo della Norton, Doug Hele volle proporre il bicilindrico come moto da gara e fece approntare un nuovo telaio derivato dal Featherbed ma ancora più leggero, il Lowboy.
La nuova moto equipaggiata anche delle forcelle “Roadholder” venne chiamata Domiracer.


Pesava 16 chili in meno del Norton Manx, era ancora più guidabile ma non aveva le prestazioni della sorella monocilindrica la quale non derivava da una stradale ma era una macchina pensata e progettata per le competizioni.
Della scarsa considerazione di cui ha goduto come moto da corsa deriva la scarsità di letteratura tecnica in circolazione.
Tuttavia nel Senior TT del 1961, l’australiano Tom Phillis portò la Domiracer a conquistare un magnifico terzo posto dietro le Manx di Mike Hailwood e Bob MacIntyre.
Nell’occasione la moto venne cronometrata sul miglior giro alla media di 100,36 miglia/h (161,5 Km/h); non male per un circuito come quello dell’isola di Man.
Il risultato avrebbe consigliato a qualsiasi casa di creare una versione ancora più spinta del bicilindrico.
In Norton però già si avvertivano i sintomi della crisi che avrebbe portato alla cessione del marchio e si preferì continuare a puntare sul Manx.


Nel 1962 Doug Hele lasciò la Norton per la Triumph.
Nel 1963 il marchio fu acquisito dalla AMC e la produzione di motociclette venne delocalizzata a Woolwich.
La produzione delle Domiracer cessò e le moto e i ricambi vennero venduti al preparatore Paul Dunstall che le sviluppò soprattutto per pubblicizzare le “spare parts” di sua produzione.
I prodotti Dunstall sono di assoluta eccellenza e il preparatore è diventato il punto di riferimento per  i ricambi, le componenti speciali e l’aggiornamento tecnico estetico delle Norton.
Questa però è un’altra storia.
L’epoca delle Domiracer veraci si chiude con la partenza di Hele che la moto aveva fortemente voluta.
Le foto le ho scattate a Vallelunga in occasione della 500 km Endurance Gruppo 5.
Non so valutare l’originalità della moto ma ne so apprezzare appieno la raffinata e elegante essenzialità.
Se il proprietario della moto avesse l’improbabile avventura di leggermi e volesse inviarmi notizie più dettagliate avrà la mia riconoscenza.




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