

Mai e poi mai avrei pensato di scrivere qualcosa su una moto come questa.
E’ la prova del legame che si stabilisce con il tempo con la propria moto.
Mi è stato consegnato un elenco di parti speciali lungo due pagine.
Le cromature non si contano e vanno dalle coperture degli altoparlanti, al frontale, alle leve, ai cerchi ecc.
L’impianto stereo è stato modificato per consentire l’ascolto degli MP3.
Non mancano i giochi di luce come i “ring of fire” ovvero i led multicolori rotativi al cerchio e altri gadget luminosi sparsi un po’ dappertutto. 

C’è il cambio elettronico (nel caso assolutamente indispensabile ).
Personalmente stilerei un elenco di cose da togliere più lungo di quello delle parti speciali aggiunte dal proprietario.
Però siamo tutti motociclisti.
Tutti diversi, tutti con un proprio ideale di moto, tutti con proprio modo di vivere la passione comune.
E anche se ora la Goldwing ha tre ruote non mancherà mai, almeno da parte mia, un lampeggio di saluto.
Dopo aver tanto letto di lei, dopo averne tanto sentito parlare, dopo tanto averla vista vincere, ecco Sua Maestà la Desmosedici RR.
Del 4 cilindri a Elle 16 valvole con comando desmodromico sappiamo ormai tutto.
E’ nato un nuovo oggetto del desiderio.
I ducatisti - quelli per cui la moto è uno status symbol - sono belli, sono eleganti, hanno moto perfette, pulite, lucide, senza un graffio.
Sabato 9 Maggio 2009
E’ messa giù da pista, assetto, scarichi, freni, serbatoio e carene sono quelli tipici delle moto da gara.
Ho una passione sviscerata per le gare di durata e una stima sconfinata per i piloti che vi corrono.
Fosse per me la metterei così com’è in salotto e ogni tanto mi farei raccontare da ogni graffio, da ogni scrostatura della vernice una storia lunga 24 ore.Sabato 16 Maggio 2009
La visita allo stand che ospitava la GSX-R 1000 ha avuto degli sviluppi. L'Azienda, la Quality Sun di Città di Castello, cercava progettisti per i propri impianti e oggi sono andato presso la sua sede per formalizzare gli accordi presi in fiera. Ovviamente ho chiesto in che modo fossero collegati al Team No Limits 44. Uno dei piloti Emiliano Bellucci è un loro collaboratore e così non ho perso l'occasione per conoscerlo.
Mi ha raccontato della 24 ore di Le Mans 2009, una gara durissima corsa sotto il diluvio ( la safety car è intervenuta per 40 giri tanto la pista era allagata ), delle scivolate, della stanchezza, del fatto che lui si è sciroppato nove turni di 70 minuti avendo corso il primo, l'ultimo, e uno che sarebbe toccato all'inglese Miinin, dell'adrenalina che lo ha sostenuto per 24 ore e del crollo fisico dopo la premiazione. L'idea di portare la moto così come era rientrata dalla Francia è stata sua.
Mi ha anche confidato, senza aver letto questo blog, che anche lui se la sarebbe portata a casa così com'è.
L'unica differenza è che io me la sarei messa in "salotto" e lui in "sala".