CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



giovedì 13 gennaio 2011

Ghezzi & Brian al Bike Expo' 2010

E’ una noja mortale mettere ordine nella miriade di foto, appunti e minute che affollano l’hard disk del mio piccì ma ogni tanto bisogna pur farlo.

E così mi sono ritrovato in una cartella dimenticata le foto scattate a Padova o Verona in occasione del Bike Expo’ 2010.
Verona o Padova?
Boh!
Il Bike Expo’ è nato a Padova ma, a seguito di dissapori tra gli organizzatori, ne è nato in contemporanea un clone a Verona.
Non ero a conoscenza di ciò quando mi sono messo in macchina e mi sono avviato alla volta del Veneto per un long week end assolutamente ludico.
Tanto per non saper né leggere e né scrivere li ho visitati entrambi.
Full immersion nel mondo delle due ruote e, a seguire, incontro galante con una splendida signora che ricordo ancora con infinita gratitudine.
Tienila corta, ragazzo; parla di moto e lascia stare i ricordi che tanto non ce ne frega un accidente.
OK, torno a bomba.
Tra quelle foto ho trovato anche quelle scattate nello stand di Ghezzi & Brian.
Oddio, stand è una parola grossa.

Uno striscione, una scrivania, qualche metro quadrato di moquette di un triste color grigio (color "sorcigno" direbbe Pirandello) e qualche splendida moto.
Quanto basta.










Inutile ricordare a chi bazzica un pochino l’ambiente chi sono Giuseppe Ghezzi e Bruno (Brian) Saturno.
La loro azienda nasce nel 1995 in provincia di Lecco si occupa soprattutto di elaborazioni su base Moto Guzzi.
Il bicilindrico a V trasversale, debitamente pompato e vitaminizzato, viene montato su un telaio di una semplicità e di una efficacia esemplari.
Un monotrave a sezione rettangolare e a andamento rettilineo che unisce il cannotto di sterzo al perno del forcellone al quale viene “appeso” il motore che contribuisce ad irrigidire l’insieme.
Un buon telaio, componenti ciclistiche di prim’ordine, cura certosina nell’assemblaggio e nelle finiture e un innegabile senso estetico danno invariabilmente come risultato una buona moto.
Come recitava il “claim” di una reclame di qualche tempo fa: la potenza è nulla senza controllo.
Il telaio di G & B controlla benissimo e rende pienamente sfruttabili i cavalli espressi dal bicilindrico di Mandello anche nella configurazione 1225 cc 8 valvole.
Dopo la Supertwin, vincitrice da subito nella Supertwins nasce la splendida MGS 01 che con Gianfranco Guareschi è ancora la moto da battere nella stessa Supertwins e nella Pro Thunder.
Scusate le allitterazioni ma tant’è…i nomi mica li scelgo io.
Nello stand era esposta una bellissima Sport Monza realizzata con la solita cura – unica caduta di stile, per il mio palato un po’ troppo fine, il cupolino di foggia troppo teutonica – e una “Concept Bike” su base Ducati.
Ducati?
Oggesù, mo’ pure Ghezzi e Brian mi cambiano bandiera?
Vabbe’ che il voltagabbana è di gran moda, ma…
Con molta onestà mi viene spiegato che la moto è stata realizzata da due ragazzi con materiali ultraleggeri e affidata a G & B per la valutazione di una possibile produzione e commercializzazione.










La moto è incompleta ma stupenda: l’incarnazione della mia moto ideale.
Snella, slanciata, essenziale, affilata come una lama di rasoio eppure sensuale … una meravigliosa creatura con cui fare spesso e volentieri del petting spinto su una tortuosa strada di montagna.
Su, ragazzi, diamoci una mossa e vediamo di commercializzarla ‘sta motocicletta.
Se vi accontentate di una vagonata di cambiali sarò io il primo a comperarla.

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